Venezuela: il saluto dei vescovi al nunzio Aldo Giordano, che a sua volta ringrazia. “Il popolo venezuelano mi ha rubato il cuore”

I vescovi venezuelani (alcuni in presenza, a Caracas, altri collegati virtualmente) si sono ritrovati per salutare il vescovo Aldo Giordano, al termine del suo servizio come nunzio apostolico, iniziato nel 2013, in seguito alla nuova nomina a nunzio presso l’Unione europea, a Bruxelles.
Erano presenti di persona mons. Raúl Biord, vescovo di La Guaira e secondo vicepresidente della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), il segretario generale della Cev, mons. José Trinidad Fernández, vescovo ausiliare di Caracas, il card. Baltazar Porras, arcivescovo di Mérida e amministratore apostolico di Caracas, insieme a 10 vescovi vicini a l’area metropolitana. Circa 20 i vescovi collegati a distanza, tra cui mons. José Luis Azuaje, arcivescovo di Maracaibo e presidente della Cev, che ha rivolto le sue parole di ringraziamento a mons. Giordano, che in questi sette anni ha saputo “portare il messaggio di speranza di Papa Francesco ai venezuelani ed esprimere parole di fede e di speranza in questi tempi difficili”, e ha assicurato “il servizio diplomatico per assicurare buoni pastori al nostro popolo”. Ben 36 sono state le nomine nel Paese durante il servizio di mons. Giordano. “Questa continua a essere la sua casa e noi suoi amici”, ha concluso l’arcivescovo di Maracaibo, facendo gli auguri al nunzio per il nuovo servizio che si accinge a compiere.
“La prima parola che voglio dire è grazie. Siete stati la mia famiglia per me in questi 7 anni” che “mi hanno permesso di incontrare il popolo venezuelano in ogni angolo del Paese”, anche nelle periferie amazzoniche. “Non è facile per me lasciare il Venezuela – ha confidato mons. Giordano –. Il popolo del Venezuela mi ha rubato il cuore”. Il presule ha aggiunto che si sentirsi soddisfatto per ciò che ha vissuto durante questo periodo nel Paese, dal momento che ha potuto sostenere il servizio pontificio, riassunto in due aspetti: la conferma dei fratelli nella fede e il rafforzamento della comunione con la Santa Sede. “Per questo ringrazio per la comunione che ho trovato qui, nell’episcopato venezuelano”, ha aggiunto il presule, manifestando la sua gioia per aver potuto vivere, proprio in queste settimane, la beatificazione di José Gregorio Hernández. Sebbene “abbiamo avuto momenti di croce e passione, sono sempre aperte strade che ci fanno vedere che il destino è la risurrezione. Grazie alla vostra comunione e amicizia, ho sperimentato che Cristo risorto mi ha accompagnato in Venezuela”.

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