Global Health Summit: accantonata la liberalizzazione dei brevetti sui vaccini, sostegno ai Paesi più poveri per la produzione locale

(Photo SIR/European Commission)

Il multilateralismo, che ha trionfato nel Global Health Summit che si è svolto oggi da Roma, in forma virtuale, segna profondamente anche la sua Dichiarazione conclusiva in più punti, anche là dove si parla di Organizzazione mondiale del commercio e della necessità di mantenere “aperte, resilienti, diversificate, sicure, efficaci le catene di approvvigionamento” in relazione all’emergenza sanitaria presente e future. La questione della liberalizzazione dei brevetti è stata accantonata, a favore di uno sforzo per creare degli “hub” regionali in Africa e non solo, dove si possano produrre vaccini: saranno necessarie, ha spiegato von der Leyen, “infrastrutture, condivisione di conoscenze, formazione del personale e della mano d’opera, nonché la garanzia che le catene di approvvigionamento siano efficaci”. E il documento di Roma, impegna i ricchi 20 a sostenere i Paesi a basso e medio reddito perché “costruiscano proprie competenze e sviluppino capacità di produzione locale e regionale. Un altro elemento chiave per il futuro, si legge ancora nella Dichiarazione di Roma, saranno le sinergie e la condivisione di dati, competenze, licenze, tecnologia e know how. Gli sforzi dovranno essere orientati anche a una “equa immunizzazione” contro malattie per cui ci si può vaccinare (malaria, tubercolosi, Aids). Cruciale sarà investire nel personale medico e sanitario a livello globale, anche qui con meccanismi e sistemi globali. E di investimenti ne serviranno anche nella ricerca e nelle infrastrutture scientifiche, nelle tecnologie per lo scambio di dati e la condivisione dei risultati della ricerca, così come nei sistemi sanitari nazionali e nella assistenza sanitaria in ogni sua forma. Il legame tra salute, povertà, disuguaglianza strutturale e degrado ambientale, è un altro elemento considerato nel documento, che affronta nei due punti conclusivi la necessità di approntare meccanismi finanziari “potenziati, semplificati, sostenibili e prevedibili” per prepararsi a eventuali future pandemie, ma anche strumenti capaci di mobilitare rapidamente fondi e risorse privati e pubblici in modo coordinato, in caso di nuove emergenze.

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