Coronavirus Covid-19: certificato digitale Ue pronto entro fine giugno. Strumento per viaggiare nell’Unione

I cittadini europei torneranno presto a viaggiare con più sicurezza. Il certificato digitale Ue per il Covid sarà pronto entro fine giugno. Nelle ultime ore i negoziatori Ue hanno raggiunto l’accordo politico sul certificato europeo che proverà di essersi sottoposti a un test il cui risultato è negativo o di aver ricevuto un vaccino o di essere guariti dal coronavirus. Inoltre, i tamponi saranno accessibili a prezzi più equi. “Ciò dovrebbe giovare in particolare alle persone che attraversano le frontiere quotidianamente o frequentemente per andare al lavoro o a scuola, visitare parenti stretti, cercare cure mediche o prendersi cura dei propri cari”, ha scritto in una nota il Parlamento Ue. La Commissione Ue si è impegnata a mobilitare “almeno 100 milioni di euro tramite lo strumento di sostegno alle emergenze” per ridurre i costi dei test. È il risultato di una difficile battaglia del Parlamento Ue con il Consiglio.
“Sebbene l’accordo raggiunto oggi non soddisfi pienamente le richieste del Parlamento europeo, significa certamente un importante miglioramento dell’attuale status quo per milioni di cittadini dell’Ue”, ha detto il presidente della commissione Affari interni del Parlamento Ue, Juan Fernando Lopez Aguillar (nella foto). “È il primo passo per rimettere in sesto l’area Schengen”.
Il Parlamento Ue aveva avanzato una richiesta più ambiziosa: “Offrire test gratuiti e universalmente accessibili”. Ma diversi governi, come l’Olanda, si sono fortemente opposti a sostenerne i costi. Gli europarlamentari hanno, poi, proposto un tetto sui prezzi nell’Ue, ma anche su questo fronte si erano aperte diverse tensioni. I governi non intendevano cedere competenze in materia sanitaria e di gestione delle frontiere. I negoziatori Ue, però, hanno alla fine concordato un quadro normativo comune: “Ulteriori restrizioni di viaggio” come quarantena, test o autoisolamento, “saranno possibili solo se debitamente giustificate”, e in ogni caso “tali misure dovranno essere notificate agli altri Stati membri e alla Commissione al più tardi con quarantotto ore di anticipo”. Infine, gli Stati dovranno accettare certificati di vaccinazione rilasciati in altri Paesi Ue con dosi autorizzate dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema): attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson.
È lasciato alla discrezione degli Stati decidere se accettare anche vaccini elencati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per uso di emergenza. “A livello Ue, il sistema sarà pronto nei prossimi giorni – ha commentato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen –. È fondamentale che tutti gli Stati procedano per introdurlo nei loro sistemi”.

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