Consiglio d’Europa: 47 ministri degli Esteri programmano il lavoro per i prossimi quattro anni. Diritti, democrazia, Carta sociale

Hanno segnato la rotta per i prossimi quattro anni di lavoro del Consiglio d’Europa, i ministri degli Affari esteri dei 47 Stati membri che oggi si sono riuniti per la sessione annuale, sotto la presidenza tedesca. Resta centrale “il ruolo e la responsabilità del Consiglio d’Europa nel garantire l’attuazione delle sue convenzioni, sviluppare nuovi standard giuridicamente vincolanti in risposta alle nuove sfide e fornire assistenza agli Stati membri attraverso i suoi programmi di cooperazione”, si legge in una nota conclusiva. Importante è anche la cooperazione del Consiglio d’Europa con i suoi principali partner internazionali, in particolare nell’ambito dei “conflitti irrisolti”, per “soluzioni politiche conformi alle norme e ai principi del diritto internazionale”. Tra gli obiettivi indicati per la strategia futura: l’adesione dell’Ue alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, “per garantire che la Convenzione si applichi in modo globale e uniforme in tutta Europa”; rafforzare il controllo dell’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, per “garantire l’efficacia a lungo termine del sistema della Convenzione”; rivedere i meccanismi di monitoraggio per “migliorarne l’efficienza”; rafforzare la considerazione della Carta sociale europea e la partecipazione della società civile alle attività.
Tra gli ambiti di lavoro futuri, la definizione di “un quadro giuridico per lo sviluppo, la progettazione e l’applicazione dell’intelligenza artificiale basata sugli standard del Consiglio”. Protezione dei dati, criminalità informatica, lotta all’incitamento all’odio, e prevenzione e lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica sono stati altri ambiti considerati dai ministri nella loro riunione odierna.

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