Economia: Banca d’Italia, più di 1 famiglia su quattro pensa di ridurre i consumi non durevoli

“Nei prossimi tre mesi poco più di un quarto delle famiglie pensa di ridurre i consumi non durevoli, contro una percentuale di circa un terzo nell’edizione di novembre. La flessione della spesa sarebbe più pronunciata per i nuclei il cui reddito è diminuito tra gennaio e febbraio e che hanno più difficoltà a fronteggiare le spese mensili; riguarderebbe però anche parte (circa un quinto) di coloro che si aspettano un incremento di reddito nel 2021”. È quanto emerge dalla quarta edizione dell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) condotta dalla Banca d’Italia tra febbraio e l’inizio di marzo su un campione di oltre 2.800 nuclei familiari.
Dai dati diffusi, poco meno di un terzo dei nuclei ha affermato di aver percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia; il calo è più diffuso tra quelli con capofamiglia lavoratore autonomo o disoccupato e nelle zone che al momento dell’intervista erano maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria (zone arancioni e rosse). “Il peggioramento delle condizioni reddituali – viene spiegato – ha continuato a essere mitigato dalle misure di sostegno al reddito: tra dicembre del 2020 e febbraio del 2021 ne avrebbe beneficiato un quarto delle famiglie”.
Oltre il 60% dei nuclei dichiara di avere difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese, 10 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente la pandemia. “Poco meno del 40% delle famiglie – si legge – riporta che negli ultimi dodici mesi si è verificato che il reddito familiare non fosse sufficiente a coprire le spese; quasi la metà di queste riferisce che in assenza di reddito o trasferimenti non disporrebbe di risorse finanziarie proprie per far fronte ai consumi essenziali nemmeno per un mese”.
Infine, circa il 40% dei nuclei familiari riferisce di aver speso meno del reddito annuo nel 2020, riuscendo ad accumulare un po’ di risparmio; solo un terzo di quello accumulato nel 2020 verrebbe consumato nel corso del 2021. Il 45% dei nuclei prevede che nei prossimi dodici mesi spenderà meno del proprio reddito annuo.

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