Papa in Grecia: “in Europa si registra un arretramento della democrazia”

“Oggi, non solo nel Continente europeo, si registra un arretramento della democrazia” a vantaggio di un “autoritarismo sbrigativo e di facili rassicurazioni proposte dai populismi” che “appaiono allettanti. In diverse società, preoccupate della sicurezza e anestetizzate dal consumismo, stanchezza e malcontento portano a una sorta di ‘scetticismo democratico’. Ma la partecipazione di tutti è un’esigenza fondamentale; non solo per raggiungere obiettivi comuni, ma perché risponde a quello che siamo: esseri sociali, irripetibili e al tempo stesso interdipendenti”. È l’allarme lanciato oggi da Papa Francesco durante l’incontro con le Autorità politiche e religiose, i membri del Corpo diplomatico e i Rappresentanti della società civile nel Palazzo Presidenziale di Atene, seconda tappa del suo 35° viaggio apostolico all’estero. Il Pontefice ha parlato di “scetticismo nei confronti della democrazia provocato dalla distanza delle istituzioni, dal timore della perdita di identità, dalla burocrazia. Il rimedio a ciò – ha affermato – non sta nella ricerca ossessiva di popolarità, nella sete di visibilità, nella proclamazione di promesse impossibili o nell’adesione ad astratte colonizzazioni ideologiche, ma sta nella buona politica. Perché la politica è cosa buona e tale deve essere nella pratica, in quanto responsabilità somma del cittadino, in quanto arte del bene comune”. La direzione indicata dal Papa, citando un padre fondatore dell’Europa, Alcide De Gasperi, è quella verso le fasce più deboli. Bergoglio chiede “un cambio di passo” davanti al diffondersi di “paure e teorie per contrapporsi agli altri. Aiutiamoci invece a passare dal parteggiare al partecipare; dall’impegnarsi solo a sostenere la propria parte al coinvolgersi attivamente per la promozione di tutti. Dal parteggiare al partecipare. È la motivazione che ci deve sospingere su vari fronti: penso al clima, alla pandemia, al mercato comune e soprattutto alle povertà diffuse. Sono sfide che chiedono di collaborare concretamente e attivamente. Ne ha bisogno la comunità internazionale, per aprire vie di pace attraverso un multilateralismo che non venga soffocato da eccessive pretese nazionaliste. Ne ha bisogno la politica, per porre le esigenze comuni davanti agli interessi privati”. “Può sembrare un’utopia – ha ammesso il Pontefice – un viaggio senza speranza in un mare turbolento, un’odissea lunga e irrealizzabile. Eppure il viaggio in un mare agitato, come insegna il grande racconto omerico, è spesso l’unica via. E raggiunge la meta se è animato dal desiderio di casa, dalla ricerca di andare avanti insieme”.

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