Mons. Giuseppe Chiaretti: card. Bassetti (Perugia), “uomo umile, sincero e premuroso. Sempre alla ricerca dei figli”

(Foto: arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve)

“Ci ha lasciati, come un padre lascia la propria famiglia, nell’amore e nella consapevolezza di aver fatto il possibile per quelli affidati al suo cuore. Sentiamo profonda riconoscenza verso quest’uomo umile, sincero e premuroso. Come fa un padre, sapeva anche correggere e farsi rispettare, ma era sempre alla ricerca dei figli. Sacerdoti, consacrati e laici hanno sperimentato la sua paternità e lo ricordano oggi in benedizione”. Con queste parole il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, ha ricordato oggi mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo emerito, celebrandone le esequie nella cattedrale di San Lorenzo. Nell’omelia il porporato ha ripercorso i momenti salienti della vita di mons. Chiaretti, partendo dal suo motto episcopale “Spes sicut anchora tuta ac firma” (Nella speranza noi abbiamo un’àncora della nostra vita, sicura e salda) che, ha spiegato, “concentra la storia e la personalità” di mons. Chiaretti, “un uomo che ha fatto della vita in Cristo la sua sicura ed eterna speranza”. Anche quando, durante la guerra, “il cugino, don Concezio, strappato a forza dalla chiesa venne fucilato con altri innocenti dai soldati tedeschi. Mons. Chiaretti non ha mai dimenticato quell’orrore e la memoria del cugino prete, forse immagine del sacerdote vittima per la vita della comunità, è la figura che più ha influito sulla sua personalità, dopo quella del Santo eponimo di Leonessa, il frate cappuccino san Giuseppe, impavido predicatore del Vangelo”. Sacerdote di grandi capacità e inventiva che dimostrò al momento di essere nominato, nel 1995, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve. “Nell’ambiente della cultura laica e della terra da decenni accesa da forti fermenti anticlericali – ha ricordato il card. Bassetti – mons. Chiaretti sa trovare un suo spazio e sa farsi apprezzare. Una grande leva è la sua preparazione culturale di prim’ordine, che lo rende capace di interagire garbatamente e lucidamente con ogni componente della società”. Della sua “umanità, intelligenza e competenza” si giova anche la Cei, che, oltre alla vicepresidenza, gli affida la guida della Commissione per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso. Le ultime parole dell’omelia il card. Bassetti le ha riservate alla lettura del testamento spirituale di mons. Chiaretti: “Sta ormai avvicinandosi il tempo di concludere il mio viaggio su questa bella aiuola del creato (che ho amato e desiderato sempre più ricca di giustizia, di bontà, di onestà, di fraternità) per tornare alla patria definitiva: la ‘casa’ e il ‘cuore’ di quel Dio che Gesù mi ha fatto conoscere come Padre che ama e perdona. In questo Dio ho creduto e credo, ed ora spero di incontrarlo finalmente faccia a faccia e di vederlo così come egli è (1Gv3,2), svelandomi il suo volto che ho tanto desiderato conoscere: ‘Il tuo volto, Signore, io cerco: non nascondermi il tuo volto!’ (Sal 27). Mi prenda per mano in questa trasferta, accompagnandomi nel tunnel del passaggio, la Vergine Maria, la mamma tenerissima di Gesù e madre della mia identità cristiana, del mio sacerdozio, del mio episcopato: Lei, augusta protettrice della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto come ‘Virgo Lauretana’, e dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve come ‘Mater gratiarum’… Mi accompagni anche il mio santo concittadino Giuseppe, per la cui migliore conoscenza mi sono a lungo adoperato. E con la sua ultima invocazione intendo chiudere anch’io la mia esistenza terrena: ‘Sancta Maria, succurre miseris!’. Intendo rinnovare anche alla fine l’offerta che fu della mia giovinezza: ‘Signore, ti do tutto. Ma tu dammi un sacerdozio splendido!’. Lui è stato di parola; io, forse, non sempre! E per questo torno a chiedergli di nascondermi nella ferita del suo cuore”.

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