Denatalità: Blangiardo (Istat), “causa Covid-19 le nascite potrebbero calare ulteriormente di oltre 10 mila unità”

“Purtroppo il 2019 ha messo in luce, per il settimo anno consecutivo, un nuovo superamento, al ribasso, del record di minor numero di nati mai registrato: si tratta del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918″. Lo ha detto  Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat, commentando i dati resi noti nei giorni scorsi dall’Istituto e ripresi nel Libro bianco “La salute della donna – La sfida della denatalità”, realizzato da Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere), grazie al supporto di Farmindustria e presentato oggi. Al 1° gennaio 2020, secondo i dati Istat, si stima che la popolazione italiana sia di circa 60 milioni, 116 mila in meno rispetto all’anno precedente. Le nascite risultano decisamente inferiori ai decessi: 435 mila contro 647 mila, segnando, purtroppo, un nuovo record negativo con una diminuzione di 20 mila unità rispetto all’anno precedente. Per Blangiardo, intervenuto alla presentazione, “la natalità italiana, già bassa, potrebbe subire un calo ulteriore a causa di Covid-19. Una recente simulazione ha infatti evidenziato un calo delle nascite nell’ordine superiore alle 10 mila unità. E lo scenario peggiora nettamente se si tiene conto anche dei verosimili effetti negativi socio-economici della pandemia, assumendo la crescita della disoccupazione come ‘effetto collaterale’ del clima di disagio e di insicurezza materiale”.

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