“La nostra fede ci ricorda: la morte non è la fine di tutto, è l’inizio di una vita nuova e racchiude la prospettiva della risurrezione che nella Pasqua riviviamo. Accanto alla tomba c’è un cipresso: ci rammenta che la vita sboccia e perdura anche dove c’è la morte, che oltre il buio c’è la luce”. Lo scrive il vescovo di Padova Claudio Cipolla nel messaggio per la Pasqua. “È la luce della speranza, della fede, quella su cui possiamo contare nei momenti più difficili, nella sofferenza, nelle difficoltà – osserva il presule -. La fede è un sostegno ancora più forte nel momento della paura, della morte, delle preoccupazioni, dell’angoscia. E quante preoccupazioni viviamo oggi, a livello mondiale, con le troppe guerre che non trovano soluzioni di pace – pensiamo solo a quelle più vicine a noi, in Palestina, in Ucraina – e poi ci sono altri conflitti che si giocano con le armi dell’economia, della tecnologia…”.
Per mons. Cipolla, dove si combatte con il dolore, la malattia, la sofferenza si può augurare buona Pasqua “riconoscendo che c’è questa luce della speranza che viene accesa con la Pasqua e che ci permette di osare ancora, di impegnarci a lottare per guarire se si è malati, o per tentare di risolvere i conflitti e i problemi che quotidianamente ci affliggono. La Pasqua ci ricorda che il Signore è Colui che sa illuminare la vita anche nei momenti più difficili e bui, anche nel momento stesso della morte. Senza questa luce della speranza saremmo disperati”. Di qui l’augurio del presule: “Tutti voi siate raggiunti e vi lasciate raggiungere dalla luce della speranza, consapevoli anche della forza di una comunità di cristiani: a volte, infatti, le sofferenze sono così gravi, così pesanti che da soli non ci sentiamo in grado di affrontarle, ed è proprio qui che diventa significativa l’appartenenza a una comunità, la vicinanza di fratelli e sorelle con cui, insieme, possiamo osare di tener viva la fiamma della speranza. Tanto più in quest’anno giubilare che ci vede tutti pellegrini di speranza'”.