
Nel 2024 l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) da parte dei Paesi ricchi è calato del 7,1%, con un taglio di oltre 11 miliardi di dollari, privando soprattutto i Paesi più poveri – attraversati da guerre, carestie e dall’impatto del caos climatico – di risorse chiave per garantire beni e servizi essenziali come sanità, istruzione e sicurezza alimentare a centinaia di milioni di persone. Allo stesso tempo l’impegno dell’Italia resta insufficiente, pur aumentando del 6,7% in termini assoluti. Il nostro Paese passa infatti dallo 0,27% allo 0,28% di Aps in rapporto al reddito nazionale lordo, ma si tratta di un aumento di poco più di 400 milioni di dollari (da circa 6,1 a 6.5 miliardi), nemmeno in grado di compensare il taglio di 631 milioni di dollari operato tra il ’22 e il ‘23.
È quanto denunciato da Oxfam all’indomani della pubblicazione dei nuovi dati preliminari 2024, da parte del Comitato per l’aiuto allo sviluppo dell’Ocse. “L’aiuto globale l’anno scorso è passato in rapporto al reddito nazionale aggregato dei Paesi Ocse – ha detto Francesco Petrelli portavoce e policy advisor su finanza per lo sviluppo di Oxfam Italia – Sono dati che fotografano una triste realtà: ancor prima dei devastanti tagli degli ultimi mesi, i Paesi ricchi hanno tradito le loro promesse di aiuto e si avviano a non rispettare gli impegni internazionali, presi e ribaditi in ogni sede. Solo una manciata di Stati hanno aumentato gli stanziamenti nel 2024. Se l’aiuto pubblico globale continuerà ad essere tagliato, sempre più bambini andranno a letto affamati, milioni di persone in più saranno colpiti da malattie del tutto prevenibili e una fascia sempre più ampia della popolazione mondiale cadrà in povertà”. A questo si aggiunge il taglio degli aiuti per far fronte alle più gravi emergenze umanitarie, che già per il 2024 è del 9,6% e quest’anno potrebbe avere ripercussioni drammatiche, dovute in buona parte alla cancellazione degli aiuti di UsAid. Secondo le prime stime dell’Ocse, il calo nel 2025 dell’aiuto pubblico globale potrebbe attestarsi infatti tra il 9 e il 17%.
“Fino ad oggi gli Stati Uniti sono stati il primo donatore al mondo arrivando a coprire circa il 30% dell’Aps globale nel 2024. – aggiunge Petrelli – Gli effetti della cancellazione degli aiuti di UsAid, nei primi mesi dell’amministrazione Trump, per quanto ancora non siano del tutto prevedibili, potrebbero quindi avere effetti devastanti per milioni di persone, producendo crisi e instabilità”. Una realtà che allontana quindi sempre di più l’obiettivo dello 0,7% in Aps fissato dall’Onu ben 54 anni fa. Per essere centrato, nel 2024, sarebbe stato necessario lo stanziamento aggiuntivo di 237 milioni di dollari a livello globale.