Messa crismale: mons. Soddu (Terni), “la speranza è la vita in Cristo e mai un qualcosa rivestita di tinta illusoria”

(Foto diocesi di Terni-Narni-Amelia)

In una gremita cattedrale di Terni è stata celebrata ieri la Messa crismale, presieduta dal vescovo di Terni-Narni-Amelia Francesco Antonio Soddu, alla presenza di tutti i sacerdoti diocesani e religiosi, diaconi, religiose, laici e di 350 ragazzi e ragazze di tutte le parrocchie della diocesi che riceveranno la cresima nei prossimi mesi, insieme ai catechisti e genitori.
“La bellezza della Messa crismale ci porta a considerare l’incommensurabile grandezza dell’amore di Dio – ha detto il vescovo – il quale si fa presente nei doni che oggi riceviamo. È l’oggi dello Spirito Santo che, eterno, in Gesù si fa dono nella nostra vita ed è motivo di speranza certa. Durante quest’Anno Santo lo Spirito Santo ci guida sulla via della speranza; per coglierla questa speranza ed esserne noi strumenti tangibili ed eloquenti”.
“Il Vangelo è il giubileo – ha proseguito mons. Soddu -. Senza il Vangelo si inseguono pseudo miraggi giubilari senza alcun fondamento. Vivere l’Anno Santo immaginando che possa accadere qualcosa, senza l’esplicito e fondamentale riferimento alla persona di Gesù, sarebbe per noi come l’attesa vaga ed illusoria di un tutto non meglio definito, che poi è destinato a svanire nel nulla. Sarebbe come ridurre la speranza cristiana a un pio desiderio che, invece di fondarsi sullo Spirito, fa leva sui nostri sogni o sulle nostre aspettative umane.
Sarà di capitale importanza rendere la nostra persona, la nostra vita, continuamente catalizzatrice e contenitore dei doni di grazia, per farli germogliare e fruttificare in noi e nel nostro tempo. Per questo lo Spirito del Signore ci è stato donato, anzi è stato infuso in noi.
Questo vale per tutti i cristiani”. Dunque, “la speranza è la vita in Cristo, la gioia di questa vita, e mai un qualcosa rivestita di tinta illusoria”.
Il presule ha osservato: “La nostra consacrazione, tanto dei presbiteri come dei cresimati, in sostanza di ogni cristiano, di ogni battezzato, non è il punto di arrivo di un percorso quanto piuttosto il punto di partenza, una sorta di base di lancio. Diversamente dovremmo dire che la nostra consacrazione, piuttosto che essere la pietra fondamentale di una vita nuova, segna, invece, il punto iniziale di un collasso che, in definitiva, porta alla morte. Il dono dello Spirito Santo non è neanche una sorta di medaglia al valore, ma contiene il valore immenso di Dio che, attraverso la consacrazione, ci manda, ci invia a suo nome per rendere vivo e vero l’Anno di Grazia, il tempo di grazia, il nostro tempo, Gesù Cristo sul quale il Giubileo prende forma e sostanza”.
Mons. Soddu ha concluso: “Siamo mandati a portare il Vangelo: ad essere il segno concreto di speranza, di gioia e di vita rinnovata; nella nostra vita, con le nostre azioni, con il nostro modo di essere e di rapportarci. Noi siamo chiamati a vivere la contemporaneità evangelica, la contemporaneità della Grazia, ossia dei doni di Dio che sono il nostro incontro personale con Gesù e il vivere nella sua amicizia. Quell’oggi di Gesù è il tempo giusto per tutti; è per noi il nostro tempo fissato da Dio, non come un appuntamento cronologico ma come il momento esclusivo di Grazia e di salvezza; di guarigione e di comunione con Dio e tra i fratelli e le sorelle. L’oggi di Cristo diventa vero, nel nostro contesto, in ogni nostro atto celebrativo, per poterlo poi rendere Vangelo vivo in ogni nostra giornata. Nella misura in cui Gesù sarà il nostro oggi, sapremo vivere appieno il tempo e tesserlo con trame vive di speranza soprattutto per i poveri e gli oppressi”.

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