“Le piaghe del nostro mondo hanno tanti nomi, ma unica è la consolazione che noi portiamo, quella della compassione e della salvezza di Cristo redentore. L’Anno della Misericordia del Signore cammina sulle gambe dei testimoni di speranza”. Così l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, ha concluso oggi, giovedì santo, in cattedrale la sua omelia per la Messa crismale. Per l’occasione è stato celebrato il Giubileo del Presbiterio. “Tutta la nostra speranza – ha ricordato ancora l’arcivescovo – risiede in Lui e in quelle azioni ‘giubilari’ (sanare, riscattare, liberare, soprattutto annunciare ai poveri), che sono la missione della Chiesa, cioè di tutti voi fratelli e sorelle che avete ricevuto il sacerdozio battesimale, e noi che abbiamo ricevuto quello ministeriale siamo chiamati a servire e a promuovere questa missione salvifica e il vostro stesso sacerdozio”.
L’arcivescovo si è poi soffermato sul significato della benedizione dell’olio degli infermi. Poi, si è rivolto ai sacerdoti e ha detto: “Noi presbiteri per primi siamo chiamati ad avere questa cura spirituale e sacramentale; noi per primi, miei cari confratelli, dobbiamo trovare il tempo per un ministero di consolazione nelle comunità, nelle case di riposo, negli ospedali, in cui la grazia di questo sacramento doni speranza”. “In verità – ha poi aggiunto monsignor Renna – tutti i cristiani sono chiamati ad essere compassionevoli e a considerare le opere di misericordia, proprio tutta, come estensione della grazia dell’Unzione degli infermi. La cura degli infermi, il servizio ai poveri, l’accoglienza degli stranieri, la cura dei carcerati, quella dei moribondi, sono segni di speranza che grondano da quest’olio benedetto”. Infine, un appello ai fedeli laici: “Questi segni di speranza coinvolgono anche voi, cari fedeli laici, popolo sacerdotale, regale e profetico, in azioni politiche: migliorare la sanità, dare un’accoglienza dignitosa e mettere in atto politiche per i migranti umanizzanti ed inclusive, cogliere il senso riabilitativo della pena carceraria, fare leggi che puntino più sulle cure palliative ed ogni azione di cura piuttosto che sull’eutanasia, sono tutti gesti profetici che ci dicono che l’Anno di misericordia del Signore cammina sulle gambe dei testimoni i speranza”.