Si è celebrato, stamani, giovedì 17 aprile, nella cattedrale di Acireale, il Giubileo di sacerdoti, diaconi e seminaristi in occasione della tradizionale Messa crismale. La celebrazione è stata preceduta dalla Statio nella basilica dei Santi Pietro e Paolo, dalla quale i ministri si sono mossi in processione verso la chiesa giubilare. A presiedere la celebrazione è stato mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, che ha benedetto gli oli degli infermi, dei catecumeni e del santo crisma, destinati alla vita liturgica della diocesi.
Nel cuore della sua omelia, mons. Raspanti ha offerto una profonda riflessione sul Giubileo della speranza e sulla fedeltà al ministero presbiterale, ricordando che l’ingresso nella chiesa giubilare ha rappresentato anche un’immersione nel mistero pasquale, fondamento autentico della speranza cristiana. “La speranza – ha affermato – è una virtù teologale, non un desiderio umano, ma Dio stesso: è anelito alla vita eterna, reso possibile dall’Incarnazione, dalla Pasqua e dal dono dello Spirito”. In un tempo segnato da tensioni e incertezze, “la speranza cristiana – ha ammonito il vescovo –non si riduce a consolazione terrena o benessere effimero, ma chiama ogni ministro a un discernimento interiore tra paure e desideri, per guidare con autenticità il popolo di Dio”.
Il vescovo ha esortato a non cedere a illusioni: “La speranza non è sinonimo di successo umano, ma partecipazione alla santità di Dio”. Anche la correzione fraterna e la sofferenza, alla luce della Scrittura, sono strumenti per crescere nella giustizia. In un mondo ancora segnato da guerre e ingiustizie, i ministri del Vangelo sono chiamati a testimoniare con la vita che la storia ha un senso: è orientata all’incontro con Cristo, “Signore della gloria”. Ha evidenziato quanto sia importante “il nostro impegno perché ha un valore per la costruzione della concordia e della pace”.
Tra i segni concreti della speranza, mons. Raspanti, infatti, ha indicato le opere di misericordia: “Sostenere chi è nel bisogno, vedere ricominciare un povero che ritrova fiducia, un immigrato che trova stabilità, un ammalato che riconquista serenità interiore, un carcerato che è reintegrato nella società, sono segni che illuminano il cammino umano nella storia. Restituiamo dignità agli esclusi, accompagniamo chi soffre”.