Cultura: mons. Baturi (Cei), “serve un nuovo popolo che esprima la bellezza della fede”

“Occorre generare una nuova cultura e un nuovo popolo che esprima la verità e la bellezza della fede cristiana. Servono scuole, editoria, arte, giornali, cultura e università”. Lo afferma mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, in una intervista pubblicata oggi su Avvenire. Il presule invita a non pensare la fede come un fatto privato, ma come fermento capace di trasformare la realtà. “La fede non è marginale, non può essere relegata nella sfera individuale – osserva – ma domanda di poter dire una parola che abbia la forza di interpretare il cuore dell’uomo e offrire speranza al nostro tempo”. Per questo, spiega, la Chiesa ha bisogno di donne e uomini che “vivano la fede in ogni ambito, dalla famiglia al lavoro, dalla scuola alla politica, dalla cultura alla comunicazione”. Secondo mons. Baturi, “la cultura della fede non si improvvisa: nasce da un’esperienza viva, si nutre di formazione, si esercita nella responsabilità quotidiana”. In vista del Giubileo del 2025, il segretario generale della Cei invita a promuovere un annuncio che “non sia solo trasmissione di contenuti, ma testimonianza esistenziale”. Solo così, conclude, “la speranza cristiana potrà diventare linguaggio comprensibile per tutti, capace di parlare al cuore delle persone e di contribuire al bene comune”.

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