Conflitto in Medio Oriente: appello degli accademici, oltre 3mila firme chiedono il cessate il fuoco e aiuti umanitari. Stop a violenze su Gaza

Ha raggiunto le 3.400 firme, con adesioni in aumento, l’“Appello da parte di accademici e accademiche italiane per chiedere un’urgente azione per un cessate il fuoco immediato e il rispetto del diritto umanitario internazionale”, diffuso da pochi giorni in Italia. “In quanto membri delle comunità accademiche e dei centri di ricerca italiani, scriviamo questa lettera in nome della pace e della giustizia, uniti dalla richiesta di porre un’immediata fine alla guerra in corso contro Gaza”, vi si legge. “Riteniamo sia nostro dovere individuale, comunitario e accademico, dissociarsi dalle posizioni finora intraprese dal governo del nostro Paese, ed assumerci la responsabilità di azioni e richieste per contrastare il crescente livello di violenza al quale stiamo assistendo impotenti”. L’appello è rivolto “al nostro ministro degli Esteri, perché si mobiliti per richiedere e sostenere un immediato cessate il fuoco, la fornitura di aiuti umanitari e la protezione delle Nazioni Unite per l’intera popolazione palestinese”. Inoltre, “rivolgiamo questo appello alla ministra dell’Università e della ricerca” e alle autorità accademiche “perché possano amplificare le nostre voci e le nostre richieste, ricordando la missione centrale delle nostre istituzioni accademiche rivolta alla produzione di conoscenza e rispetto dei diritti umani”.
“Come docenti, ricercatori e ricercatrici della comunità accademica e di ricerca italiana, da molti anni assistiamo con dolore e denunciamo ciò che accade in Palestina e Israele, dove vige, secondo Amnesty International, un illegale regime di oppressione militare e apartheid”. Il lungo documento afferma tra l’altro: “ancora una volta, ci sentiamo atterriti e angosciati dal genocidio che sta accadendo a Gaza, definito a ragione dalla scrittrice Dominque Eddé come ‘un abominio che bene esemplifica la sconfitta senza nome della nostra storia moderna’. Da tre settimane, a seguito delle brutali azioni perpetrate da Hamas il 7 ottobre che hanno causato la morte di oltre 1.400 persone (la maggior parte dei quali civili) e portato al rapimento di circa 200 ostaggi, assistiamo a massicci e indiscriminati bombardamenti condotti dall’esercito di Israele contro la popolazione della Striscia di Gaza, che si configura come una punizione collettiva contro la popolazione inerme e imprigionata in un territorio di poco più di 360 km2. Mentre scriviamo, a Gaza il bilancio delle persone uccise supera i 9.000 morti, di cui 3.760 bambini, circa 22.900 feriti e 1.400.000 sfollati. Secondo le Nazioni Unite, allo stato attuale sono circa 2.000 le persone disperse, presumibilmente intrappolate o uccise sotto le macerie. Interi quartieri abitati, ospedali, scuole, moschee, chiese e intere università (Islamic e Al-Azhar University tra le più grandi e rinomate) sono state completamente rase al suolo”. Da qui l’appello per il cessate il fuoco e affinché nelle università italiani si promuova un libero dibattito con gli studenti sul dramma della guerra.
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