Israele e Hamas: Custodia Terra Santa, nella parrocchia di Giaffa dove si prega per la pace e per i propri ragazzi richiamati come ‘riservisti’

Giaffa, fedeli in preghiera (Foto Cts)

Dal 7 ottobre, giorno dell’attacco terroristico di Hamas ad Israele, la città di Giaffa – spartiacque tra Tel Aviv e le località costiere del sud, Ashdod, Ashkelon e Zikim a ridosso della Striscia di Gaza – è piombata in un silenzio assoluto, interrotto solo dagli allarmi antimissile.

Giaffa, chiesa di san Pietro (Foto Nadim Asfour, Cts)

Nonostante ciò nel santuario di San Pietro la comunità francescana della Custodia di Terra Santa, continua ad animare la preghiera per la pace insieme ai fedeli, in maggioranza stranieri (filippini, indiani, africani, latino-americani, polacchi, russi e ucraini), con una presenza cattolica di lingua ebraica, e qualche fedele di origine araba. Dopo tre settimane di guerra, riferisce il sito della Custodia di Terra Santa, “il volto della città è ancora irriconoscibile e anche la vita della parrocchia ha subito diverse limitazioni”. “Molti dei nostri fedeli hanno paura ad uscire di casa, oppure non riescono a raggiungerci per mancanza di mezzi pubblici” racconta fra Carlos Santos, incaricato della pastorale per i migranti, che da dieci anni fa parte della comunità francescana di Giaffa. La presenza di fedeli alle celebrazioni si è ridotta di oltre la metà. Il Catechismo continua in presenza, ma molti bambini non riescono più a frequentarlo. Dal 17 ottobre, giorno dedicato alla preghiera e al digiuno per la pace in Terra Santa, la comunità di Giaffa ha continuato ogni giorno a riunirsi per la preghiera del Rosario della pace. “Abbiamo continuato in modo spontaneo a riunirci ogni giorno per pregare il Rosario per la pace – racconta fra Carlos -. Ogni sera alle 20 ci troviamo e facciamo anche una diretta su Facebook, in modo che chi non può essere presente in chiesa, può unirsi alla preghiera (in inglese) via internet”. Un appuntamento che, grazie al passaparola, vede la partecipazione ogni sera di “quasi mille persone, non solo fedeli locali, ma anche dalle Filippine o dagli Stati Uniti”. La comunità si stringe in preghiera anche attorno ai propri ragazzi richiamati come riservisti, “così sanno che qualcuno prega per loro”. Alcune famiglie di parrocchiani hanno iniziato una raccolta di beni di prima necessità. Oggi 27 ottobre, anche la comunità di Giaffa si unisce alla Giornata di preghiera e digiuno con due appuntamenti: a San Pietro in lingua ebraica e a Sant’Antonio in inglese.

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