Cardinale Silvestrini: Fattorini, “tra gli amici anche Federico Fellini”

“Mi ha sempre colpito come quel cardinalone potesse essere spiritualmente così autorevole e, insieme, così laico e luminoso”. Sono le parole dedicate da Federico Fellini al card. Achille Silvestrini, che recitò una toccante omelia ai suoi funerali e a quello della moglie Giulietta Masina che morì poco dopo. A citarle è stata Emma Fattorini, professoressa ordinaria di storia contemporanea, durante l’evento “Il card. Achille Silvestrini, uomo del dialogo”, svoltosi oggi nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. “L’apertura al dialogo, all’amicizia e all’ascolto di don Achille Silvestrini non era a compartimenti stagni, settoriale, ma si esprimeva in ogni campo della vita, in come viveva la sua attività diplomatica, nella elaborazione della strategia dell’Ostpolitik, o nelle relazioni con le chiese orientali da Prefetto di quella Congregazione”, ha ricordato la relatrice: “E insieme nelle sue molteplici relazioni umane, nelle amicizie con esponenti della cultura e della politica, nella formazione dei giovani. Nelle piccole e nelle grandi cose”. “Questi diversi ambiti non restavano mai separati perché in lui l’attitudine al dialogo era una intima postura, costituiva – come la chiamava lui – una ‘unità di vita’”, ha spiegato la relatrice: “Una unità, perciò, in cui la dimensione privata si intrecciava con quella ecclesiale e pubblica naturalmente, con sufficiente armonia e comunque senza scissioni”. “Don Achille non era un curiale pur avendo fatto parte della Curia per quasi tutta la vita e pur avendo abitato sempre all’interno delle mura vaticane”, il ritratto di Fattorini: “Aveva un forte senso della sua vocazione sacerdotale ma non fu mai, neanche alla lontana, clericale. Il suo volersi fare chiamare don Achille non era un vezzo, corrispondeva a una umiltà coltivata che era antidoto a ogni seduzione o sudditanza al potere. E alla sua naturale predisposizione al dialogo. Sì perché Don Achille aveva un vero e proprio talento per le relazioni, un’empatia, un carattere aperto e curioso che diceva di avere ereditato dalla sua radice romagnola”.

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