Corridoi umanitari: un libro di Morozzo Della Rocca (Roma Tre), “una risposta alla crisi planetaria” che “può offrire un destino nuovo alle persone”

“L’accoglienza dei migranti restituisce una genitorialità nuova alle nostre società e la società civile può offrire un destino nuovo alle persone grazie alla sponsorship, un modello lungimirante, analogo a quello canadese”. Lo ha affermato ieri pomeriggio a Genova Roberto Morozzo Della Rocca autore del libro “Corridoi umanitari. Una risposta a una crisi planetaria” presentato presso la sala Quadrivium. Secondo l’autore, docente di Storia Contemporanea all’Università Roma Tre, “per la sostenibilità della società italiana è determinante una politica lungimirante: l’integrazione non si può lasciare solo all’iniziativa individuale e alle logiche di consenso, ma in futuro occorrerà essere meno spontaneisti e programmare di più”. All’incontro, organizzato dalla locale Comunità di Sant’Egidio, sono intervenuti Alberto De Sanctis, docente di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Genova, Andrea Castanini, vicedirettore de Il Secolo XIX, ed Enrico Ivaldi, ricercatore di Statistica Sociale all’Università di Genova. Moderatrice dell’incontro Claudia Poggi. “Per Sant’Egidio – ha aggiunto De Sanctis nel resoconto fatto dagli stessi organizzatori – i migranti non sono una cifra, un problema da sbrigare o un’immagine al telegiornale, ma una parte di umanità. I corridoi umanitari e il loro modello adottivo liberano i governi europei dalla psicosi dell’invasione e li aiutano a farsi carico delle sofferenze dei migranti, impegnandoli in protocolli d’intesa per consentire loro di arrivare nel nostro Paese in sicurezza. Sicurezza è la parola chiave e la società civile è l’attore principale, coinvolto in prima persona in un’accoglienza larga e diffusa”. A suo avviso, “Sant’Egidio risveglia la nostra democrazia e la rende migliore e più partecipata generando meno strutture e più comunità”. Per il vicedirettore del quotidiano Il Secolo XIX, “il mondo occidentale ha teorizzato il diritto alla felicità, ma poi alza i muri e, sostanzialmente, riserva i diritti non a tutti gli uomini, ma solo a chi vive nel Nord del mondo. Per questo il grande valore dei corridoi umanitari è quello di generare un modello alternativo: la paura genera mostri, i corridoi umanitari generano cittadini”. Infine, Ivaldi ha domandato: “le 6.470 persone salvate dai corridoi umanitari sono poche o molte? Dal 2016 al 2023 ci sono stati 612.000 sbarchi in Italia. È una cifra che corrisponde al 10% degli sbarchi dai paesi da cui provengono i migranti dei corridoi”. Tale politica, ha aggiunto, “non vuole sostituirsi alle politiche pubbliche, ma è un segno importante e un modello da replicare”.

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