Sinodo: Karram (Movimento dei Focolari), “in Terra Santa ci sono tante organizzazioni che lavorano per costruire ponti”

In Israele e in Palestina “ci sono tante organizzazioni che lavorano per costruire ponti, ma di questo nessuno ne parla”. A denunciarlo, nel briefing odierno in sala stampa vaticana sul Sinodo sulla sinodalità, è stata Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, nata ad Haifa in Israele da famiglia di origine palestinese, inviata speciale al Sinodo. “Tutti, anche i giornalisti, sanno solo le cose negative”, ha proseguito la relatrice: “Si parla solo di odio, di divisioni e terrorismo, e si costruisce un’immagine dei popoli che non è vera”. “Non dimenticare che tanta gente sta lavorando per costruire ponti”, l’appello di Karram, che interpellata dai giornalisti sul silenzio dei leader palestinesi e dei leader religiosi e la conseguente mancata presa di distanza dai terroristi di Hamas, ha risposto: “Credo che l’appello della mia voce da sola non porterà tanto frutto: ci vuole l’aiuto internazionale di tutto il mondo per aiutare a riprendere i negoziati fra le due parti. Spero che a livello di tutti i Paesi, sia arabi che non, e delle forze internazionali si senta che questo conflitto va affrontato urgentemente, non per interessi ma per il bene del popolo e per la causa della pace. C’è ancora tanto silenzio su questo. Bisogna unire le nostre forze, nel rispetto dei diritti umani di tutti i popoli e per riprendere la strada della riconciliazione tra tutti”. “Il patriarcato e tutte le chiese della Terra Santa si sono subito attivati per unirsi in preghiera, non solo a livello locale ma in tantissime comunità”, ha reso noto la presidente del Movimento dei Focolari: “Anche in Italia, tante comunità cristiane si sono unite in preghiera per pregare via zoom il Rosario. Il Movimento dei Focolari si è collegato con l’Ucraina e la Terra Santa”. Sempre il Movimento dei Focolari ha promosso un’iniziativa che partiva dai bambini e dai giovani, “Live in peace”, che lavora con centinaia di organismi e di scuole in Terra Santa. Questi gli impegni che ciascuno è chiamato ad assumersi: unirsi tutti in preghiera alle 12 , ora italiana; impegnarsi in atti concreti di solidarietà con qualcun altro di un’altra religione; scrivere ai governanti un appello per la pace.” Sembrano gocce nell’oceano, ma almeno sono cose concrete lanciate per essere solidali con tanti nel mondo”, ha concluso Karram: “Io stessa ho ricevuto centinaia di lettere da ogni parte del mondo, ogni comunità sta pregando per la pace. Alcuni miei amici ebrei in Israele si sono preoccupati di quelli che vivono a Gaza”.

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