Minori: Agia, “il coinvolgimento delle vittime essenziale per il funzionamento della giustizia riparativa”

Oggi l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha promosso la presentazione a Roma dell’indagine nazionale che l’Agia ha condotto in collaborazione con il Ministero della Giustizia e l’Istituto degli innocenti. Le risultanze dell’indagine hanno fatto emergere gli aspetti principali da tenere in considerazione per valorizzare e promuovere al meglio i percorsi di giustizia riparativa.
In termini generali, “nei programmi di giustizia riparativa occorre assicurare la partecipazione attiva, libera, volontaria e informata delle persone coinvolte; la capacità di intercettare e coinvolgere le vittime – offrendo loro anzitutto uno spazio di ascolto dedicato – costituisce una chiave essenziale per il funzionamento della giustizia riparativa; il luogo dell’incontro ha un impatto importante sul funzionamento della giustizia riparativa: è bene favorire la prossimità territoriale; per i minorenni che si trovano in istituti penali minorili o in altri spazi fortemente connotati, è importante prevedere possibilità di uscita; occorre privilegiare gli incontri in presenza”. Per le famiglie, “è prezioso per la ricostruzione dei legami sociali il coinvolgimento della famiglia dell’autore del reato e di quella della vittima. Occorre individuare le modalità più adatte: un momento di ascolto e di parola dedicato, un incontro ‘tra familiari’ parallelo a quello tra i ragazzi o un coinvolgimento successivo all’incontro tra le parti, attraverso un momento di scambio allargato. È importante assicurare flessibilità nella costruzione del percorso. In alcune situazioni può essere necessario affiancare la giustizia riparativa ad altri tipi di percorso: nei reati intrafamiliari, come nel caso dei maltrattamenti in famiglia, può costituire un tassello importante in un progetto di sostegno più ampio”.
Per la comunità, bisogna “favorire il coinvolgimento della comunità toccata dall’evento (vicinato, compagni di scuola, insegnanti, rappresentanti delle istituzioni ecc.); prevedere adeguate forme di finanziamento che rendano possibile ricorrere a programmi che vedano il coinvolgimento della comunità; assicurare una competenza e una formazione specifica dei mediatori che accompagnano programmi di giustizia riparativa allargati; facilitare la conoscenza e il riconoscimento di diversi strumenti di giustizia riparativa tra gli operatori e le istituzioni della giustizia minorile”.

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