Libertà religiosa: Fcei, “a rischio attività di culto senza intesa, tra cui comunità islamiche e chiese cristiane evangeliche”

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), attraverso la sua consulente legale Ilaria Valenzi, ha chiesto alla Commissione ambiente della Camera dei deputati di tutelare la libertà religiosa. La richiesta è stata posta nel corso dell’Audizione di martedì 10 ottobre sulla proposta di Legge 1018. Tale proposta vorrebbe la modifica dell’articolo 71 del codice del Terzo settore in materia di compatibilità urbanistica dell’uso delle sedi e dei locali impiegati dalle Associazioni di promozione sociale (Aps) per le loro attività. “Tale modifica, di fatto, limiterebbe quelle associazioni che svolgono, anche occasionalmente, attività di culto di confessioni religiose i cui rapporti con lo Stato non sono (ancora) regolati da specifiche intese, ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione. Si tratta soprattutto di comunità islamiche e di chiese cristiane evangeliche”, si legge in una nota della Fcei. Valenzi ha presentato un parere giuridico sulla proposta, indicandone tre profili di incostituzionalità. “Per giurisprudenza costituzionale da anni ormai pacifica, una tale introduzione legislativa comporterebbe la violazione del divieto di discriminazione di cui agli artt. 3 e 8, primo comma, della Costituzione. Non è pertanto sostenibile discriminare tra confessioni con o senza intesa per l’accesso ai diritti”, ha detto Valenzi. Un altro profilo di incostituzionalità è rappresentato dal rischio di violazioni dell’art. 20 della Costituzione, la disposizione cioè che prevede che ‘il carattere ecclesiastico e il fine di religione e di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali, per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività’”. L’esercizio pubblico del culto, ha ricordato ancora l’avv. Valenzi, è un diritto tutelato dall’art. 19 della Costituzione nell’ambito del principio di libertà religiosa, che si sostanzia nell’apertura di templi e luoghi di culto comunque denominati. In ultimo, in numerose occasioni, come ad esempio con la sentenza n. 63/2016, “la Corte costituzionale ha ribadito che la legislazione in materia urbanistica non può introdurre disposizioni che compromettano od ostacolino la libertà di culto”.
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia è l’organo rappresentativo delle maggiori Chiese evangeliche del Protestantesimo storico. Al suo interno, minoranze religiose significative nel nostro Paese, alcune delle quali sono state le prime confessioni religiose diverse dalla cattolica che hanno stipulato un’intesa con lo Stato. Ancora oggi molte confessioni non sono riconosciute, per via della cosiddetta legislazione sui culti ammessi del 1929-1930, “un impianto legislativo vetusto e non in grado di regolare le complessità che il nuovo pluralismo religioso pone al legislatore e al Paese – ha detto ancora Valenzi –. La Fcei ha tra i suoi compiti quello di vigilare sul rispetto dei fondamentali diritti di libertà ed uguaglianza individuali e delle confessioni religiose, in un quadro di valorizzazione del pluralismo come risorsa democratica. Ha pertanto nel suo Dna la tutela della diversità religiosa e dei diritti di tutti. Si potrebbe dire, chi è stato discriminato per motivi legati alla propria fede non può dimenticare e si pone in difesa della libertà di tutti e ognuno”. La Fcei ha invitato quindi al rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, i quali “non consentono restrizioni ingiustificate alla libertà di religione e di culto, pena la discriminatorietà delle stesse disposizioni”.

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