Diocesi: mons. Marino (Nola), “la fedeltà di San Paolino interpella, scuote, fa muovere, fa sperare”

(Foto: diocesi di Nola)

“In questi pochi anni di vita nolana, molte volte ho potuto ‘contemplare’ i vostri sguardi d’amore per Paolino: sguardi non sempre felici, spesso supplichevoli di grazie, spesso carichi di dolore, spesso traboccanti di lacrime; ma sempre, sguardi fiduciosi”. Lo scrive il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino, nel messaggio alla diocesi, in occasione della memoria liturgica del santo vescovo Paolino, patrono della diocesi e compatrono della Regione ecclesiastica campana.
“Per ‘noi’ nolani Paolino è fedele, sempre, anche quando la grazia chiesta non arriva: Paolino è ‘uno che resta’, perché è in quel ‘restare’ che, come il Signore chiede ad ogni suo discepolo, ancora oggi, Paolino ‘dà da mangiare al suo popolo’ (Lc 9,13), ci dà da mangiare Cristo. Senza Cristo, non c’è Paolino. Senza Cristo, non ci sarebbe stato Paolino e Nola non sarebbe diventata quel laboratorio di speranza di cui si parlava da una sponda all’altra del Mediterraneo, conquistato da Paolino con la fede, la speranza e la carità”, osserva il presule.
“Tutto di sé Paolino mise ai piedi di Cristo – le ricchezze materiali e quelle spirituali, ma anche i propri limiti e le proprie imperfezioni – perché ne disponesse per la costruzione del Regno, della promessa Gerusalemme di pace: le doti di buon amministratore, quelle di letterato, di artista ma anche l’amore per se stesso, per la famiglia d’origine, per il maestro Ausonio, per il figlioletto Celso, per Terasia e per tutto il popolo di Dio a lui affidato. Tutto, ricevendone in cambio libertà: lui, nato libero, si fece schiavo di Cristo per essere liberato. Fedele a Cristo. Fedele in Cristo. Questo era Paolino”, ricorda il vescovo.
“Questa la sua fedeltà che ancora interpella, scuote, fa muovere, fa sperare. Interpella i nostri desideri di giustizia per territori depredati da illegalità e mafie; scuote le nostre coscienze troppo abituate alla normalità del degrado; fa muovere i nostri piedi oltre il recinto dell’orto individuale; fa sperare nella possibile costruzione di città amministrate e vissute nel rispetto del creato e della dignità di ogni suo abitante, anche se straniero – evidenzia mons. Marino -. E ancora, interpella i giovani nella loro ricerca della felicità; scuote gli adulti, nella loro presunzione di conoscere il mondo, il futuro e pure Dio; fa muovere noi, ministri del Signore, spingendoci ad uscire dalle sacrestie; fa sperare i più deboli, troppo spesso lasciati indietro nel cammino verso un indefinito traguardo di progresso”.
Trasformato da Cristo, “Paolino trasformò in paradiso un luogo di morte. Posando il nostro sguardo su di lui, non possiamo non sentirci chiamati a prenderne il testimone e continuare la sua opera per una Nola e una diocesi che profumino di carità, speranza e fede. Che profumino di Cristo. Ce lo chiede Paolino”. “Sia per noi San Paolino stella cometa verso la mangiatoia”, l’auspicio conclusivo. Il messaggio sarà consegnato ai fedeli al termine del pontificale di questa mattina, alle 11.30, nella cattedrale di Nola.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa