Israele: Beer Sheva, conferimento del premio interreligioso “Ladislaus Laszt Ecumenical and Social Concern Award”

Foto Lpj.org

Conferito ieri a Beer Sheva, presso l’Università Ben Gurion del Negev, alla presenza di mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo emerito del Patriarcato latino di Gerusalemme, il Premio “Ladislaus Laszt Ecumenical and Social Concern Award” 2022. Lo rende noto oggi il Patriarcato latino di Gerusalemme. Tre i premiati dal Centro per lo Studio della Conversione e degli Incontri Interreligiosi (CSoC), promotore del riconoscimento, fr. Olivier, dell’Abbazia benedettina di Abu Ghosh; Yisca Harani, docente, guida e ricercatrice di Storia cristiana e pellegrinaggio; il movimento Interfaith Negev, che riunisce musulmani, cristiani ed ebrei intorno al tema dell’interreligiosità e i cui membri includono in particolare fr. Piotr Zelazko, Vicario patriarcale per il Vicariato di Saint-James per i cattolici di espressione ebraica. “Il dialogo consiste nel far incontrare i nostri cuori”, ha detto fr. Olivier durante la cerimonia, facendo eco alle parole di un altro premiato, lo sceicco Traed Altuna, del movimento interreligioso del Negev, il quale ha detto che è stato attraverso l’incontro che ha veramente conosciuto l’Altro. “Sono stato immerso nella religione fin da bambino. Ma l’incontro è ciò che mi ha permesso di superare i pregiudizi che avevo sulle persone che non condividevano la mia fede”. La cerimonia è stata arricchita da un breve concerto musicale dei giovani dell’Università e da una conferenza della docente Daniella Talmon-Heller su Saladino e la sua posizione sulle questioni interreligiose. Talmon-Heller ha presentato i tre premiati e il loro lavoro nel dialogo interreligioso, sottolineando come i loro risultati e le loro iniziative “si siano opposti all’intolleranza, all’ignoranza, al razzismo e alla violenza” e abbiano contribuito a “un dialogo aperto e rispettoso, basato sulla convinzione che le tre religioni abramitiche possano unire le persone”. Il premio, è stato istituito nel 1985, per onorare “una personalità religiosa di fama internazionale, o una persona o un’organizzazione che ha dato un contributo eccezionale alla società e le cui azioni riflettono la tolleranza, la speranza e ampia visione: aspetti essenziali per tutta la popolazione umana”. Nel Corso di oltre 35 anni, il premio ha è andato a personalità come il 14° Dalai Lama, il teologo cristiano e attivista per la pace p. Emile Shoufani e il card. Kurt Koch.

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