Assegno unico: Caltabiano (Anfn), “più di 40mila famiglie con almeno quattro figli non hanno ancora ricevuto maggiorazione di 100 euro al mese”

(Foto: Alfredo Caltabiano)

“Decine di migliaia di coppie con almeno quattro figli – ad otto mesi dall’avvio della riforma dell’assegno unico universale – attendono ancora di ricevere dall’Inps un assegno ‘più pesante’ di cento euro mensili, calcolato tenendo conto delle maggiorazioni contemplate nel decreto legislativo con cui è stato istituito”. È il grido d’allarme di Anfn, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose italiane. La coppia presidente, Alfredo e Claudia Caltabiano, ha presentato un memorandum alla direzione dell’Inps, alla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone e al sottosegretario dello stesso ministero Claudio Durigon, alla ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella chiedendo loro di rendere disponibili i 900 euro fino ad oggi non versati ad una parte delle coppie con molti figli.
Lo stallo – secondo l’osservatorio politico Anfn – sarebbe riconducibile a una interpretazione della norma errata (e poi corretta) e a questioni procedurali. Il decreto legislativo 230/2021 prevede che alle famiglie con almeno quattro figli a carico sia riconosciuta una maggiorazione di 100 euro mensili. Si tratta della stessa cifra – universale, non parametrata sull’Isee – che già dal 2008 i genitori lavoratori (autonomi o dipendenti) ricevevano in busta paga, sotto forma di detrazione aggiuntiva. E che avrebbe dovuto essere assorbita dal nuovo assegno unico. Ma così non è stato. “Nei primi mesi di applicazione della riforma la maggiorazione è stata riconosciuta solamente ai nuclei con 4 o più figli minori o comunque fino a 21 anni ancora a carico – ricostruisce Anfn. Dunque un nucleo familiare con quattro figli a carico dei quali, ad esempio, due minori, un maggiorenne entro i 21 anni ed uno oltre i 21 anni, risultava ingiustamente privato di tale maggiorazione”. In questa situazione si troverebbero – secondo una stima dell’osservatorio politico Anfn – più di 40mila famiglie, poco meno di un terzo del totale delle 128mila coppie con almeno 4 figli presenti in Italia.
È stato lo stesso ente previdenziale a “correggere” l’iniquità, chiarendo come nella determinazione del numero totale dei figli siano da considerare tutti i figli a carico sulla base delle regole di appartenenza al nucleo Isee, ancorché alcuni di essi non abbiano diritto all’assegno, ma “purtroppo, ad oggi – osserva Caltabiano – non è stato liquidato ancora alcun importo”.
Ma c’è di più: “L’Inps ha comunicato che le modifiche apportate avranno effetto solo dal momento in cui sono state inserite”. “Se l’Inps, fino a pochi mesi fa, non permetteva di inserire, attraverso la procedura telematica, tutti i componenti della famiglia fiscalmente a carico, perché, dopo aver risolto l’impasse scarica sulle famiglie i suoi ritardi?”, commenta Caltabiano, che chiede, a nome delle famiglie interessate, la corresponsione delle somme arretrate dal 1° marzo ad oggi.

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