Commissione Ue: nuova governance economica. Dombrovskis, “servono investimenti e riforme per gli anni a venire”

Bruxelles, 9 novembre: Valdis Dombrovskis (Photo SIR/European Commission)

(Bruxelles) “Trent’anni fa, il Trattato di Maastricht riconosceva la necessità di finanze pubbliche sane e di politiche fiscali coordinate. L’intenzione era quella di costruire l’Unione economica e monetaria ed evitare effetti di ricaduta economica tra i Paesi, a vantaggio dell’economia europea nel suo insieme. Questi obiettivi sono rimasti validi nel tempo. Ma molto è cambiato dagli anni ’90”. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha esordito così durante la conferenza stampa a Bruxelles per presentare gli orientamenti per una riforma della governance economica. “Contesti e circostanze differenti hanno richiesto diverse revisioni del nostro quadro di governance economica nel corso degli anni, soprattutto a seguito della crisi economica e finanziaria globale. Dopo una lenta ripresa da quella crisi, ci siamo trovati di fronte al grave shock economico causato dalla pandemia di Covid-19. Oggi, le nostre economie affrontano un’altra prova con la prolungata aggressione della Russia contro l’Ucraina. I tassi di interesse stanno aumentando. L’inflazione – ha sottolineato il commissario – sta raggiungendo livelli record…”. Dombrovskis ha enumerato le sfide in atto e la necessità di affrontarle. Il debito pubblico “è rimasto ostinatamente alto in alcuni Stati membri. I tempi economici favorevoli spesso non sono stati utilizzati per costruire ammortizzatori. Quasi tutti gli Stati membri prima o poi hanno infranto le regole. E anche le regole sono diventate molto complesse. Poiché l’aggiustamento di bilancio è stato ottenuto in gran parte riducendo gli investimenti, la composizione delle finanze pubbliche non è diventata più favorevole alla crescita”. Nel complesso, “i livelli di debito e disavanzo sono ora significativamente più elevati rispetto a dieci anni fa. Alcuni paesi hanno indici del debito pubblico ben al di sopra del 100% del loro Pil”. Allo stesso tempo, “le sfide della transizione verde e digitale, il rafforzamento della nostra resilienza economica e sociale e la necessità di garantire la nostra sicurezza energetica, ci obbligano a intraprendere importanti investimenti e riforme per gli anni a venire”.

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