Stati generali della natalità: p. Vianelli (Cei), “ci auguriamo diventino pietra di inciampo dalla quale non sia più possibile prescindere”

(Foto Vatican Media/SIR)

“L’evento di venerdì costituisce una pietra miliare; ci auguriamo diventi pietra di inciampo dalla quale non sia più possibile prescindere”. In un’intervista al Sir padre Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia, definisce così la prima edizione degli Stati generali della natalità (Sgdn), promossa venerdì 14 maggio dal Forum delle associazioni familiari. “Chi decide di avere un figlio – spiega il religioso, che è anche membro del Consiglio direttivo del Forum – è capace di futuro e va sostenuto perché ogni figlio è un bene comune e una ricchezza per il Paese. Nei giorni scorsi questo è stato riconosciuto dalle più alte cariche dello Stato, e per la prima volta in maniera non ideologica”. Per quanto riguarda le misure di sostegno annunciate, p. Vianelli osserva: “Finalmente si inizia a passare dalla logica di eventi spot che non garantivano nessun tipo di progettualità ad una logica più strutturata di sostegni come il Family Act. Certamente le misure messe in campo sono perfezionabili e devono essere viste nella loro globalità: l’assegno unico, ad esempio, non basta per risolvere i problemi della famiglia, e neppure l’allungamento dei congedi di maternità e paternità”. Oggi, prosegue, il desiderio di fare famiglia “si scontra con il principio di realtà”: occorre una “revisione culturale a tutto campo”. “Le cose dette e la qualità delle persone” che hanno partecipato fagli Stati generali “fanno ben sperare. Noi continueremo ad impegnarci in questa direzione”.

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