Colombia: Corte Costituzionale conferma sentenza contro Comunità di pace di di San José de Apartadó. L’indignazione della Commissione Giustizia e Pace

Nonostante gli appelli giunti da numerose organizzazioni internazionali, la Corte costituzionale della Colombia ha confermato lo scorso 13 maggio, per 5 voti a 4, la sentenza T-342 del 2020 contro la Comunità di pace di San José de Apartadó, ritenuta colpevole di aver “infangato” il buon nome dell’Esercito colombiano, per aver accusato la XVII Brigata di partecipare, insieme con i gruppi paramilitari che spadroneggiano nella zona, alle frequenti violazioni dei diritti umani che vedono come frequenti vittime i membri della Comunità di pace, un’esperienza di partecipazione e difesa nonviolenta famosa in tutto il mondo, ma non per questo risparmiata dalla violenza, dato che trecento persone che fanno parte della Comunità di pace, appoggiata da diversi anni dall’Operazione Colombia dell’associazione Papa Giovanni XXIII, hanno perso la vita in 24 anni di storia.
La sentenza, rispetto alla quale si attende la pubblicazione delle motivazioni, ha ricevuto la dura critica della Commissione di Giustizia e pace, secondo la quale la sentenza limita la libertà di denuncia ed espressione, tanto più che si sta parlando di un Paese con un altissimo tasso di violenza e impunità, che ha dimostrato in tantissime occasioni di non saper difendere chi opera per la pace, la nonviolenza e i diritti umani. Insomma, secondo la Commissione Giustizia e Pace, in tal modo si rischia di legalizzare e legittimare il silenziamento.
Il ricorso alla Corte Costituzionale della Comunità di pace di San José de Apartadó era stato appoggiato dalla Rete internazionale dei diritti umani, che riteneva la sentenza “contraria agli standard internazionali rispetto ai diritti umani”.
Del resto, le denunce della Comunità hanno spesso trovato conferma da parte di organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche da relatori dell’Onu e della Corte interamericana dei diritti umani. La Comunità di pace non ha, al momento, commentato la sentenza, riservandosi di farlo solo dopo aver letto le motivazioni.

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