Terra Santa: Pizzaballa (patriarca), “il mondo non è mai stato un’isola felice. La fede ci aiuti a comprendere i segni dei tempi”

“Il mondo non è mai stato un’isola felice: problemi di ogni genere, ingiustizie, divisioni, guerre, malattie ci sono oggi come nel passato e sempre. Ma tutto questo non ha impedito in alcun modo il compiersi del progetto di Dio in un mondo così. Il Suo desiderio di salvezza non è stato fermato dalla nostra disobbedienza”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, durante la messa celebrata oggi a Nazaret per la solennità dell’Annunciazione. “Celebrare oggi l’Incarnazione significa anche sapere accogliere e amare la realtà di questo mondo, così come Dio l’ha amata”. Non si tratta per Pizzaballa “di chiudere gli occhi sul dolore, nostro e degli altri, ma di vivere nella certezza che questo mondo, per quanto ferito e offeso, è comunque il Luogo nel quale Dio si è manifestato e nel quale ci ha incontrato, e dove ancora oggi Lo incontriamo. Non c’è nulla, infatti, che possa impedirci di vivere pienamente. La fede comporta anche il riconoscere la bellezza di questa nostra realtà, il saper stare di fronte ai fatti della vita, belli o faticosi che siano, con la certezza del bene che ci abita, di una Parola che ci salva”. Da qui l’invito del patriarca latino a “portare questo nostro faticoso vissuto davanti alla Vergine di Nazareth e per chiedere a noi stessi cosa possiamo imparare da quanto abbiamo sperimentato. L’anno scorso, in questo periodo, eravamo tutti sconvolti dall’irrompere della pandemia nella vita personale e collettiva di ciascuno di noi. Tutto era nuovo e ci sentivamo impreparati ad una tale situazione, nella quale un piccolo virus aveva di fatto paralizzato la vita ordinaria in tutto il mondo e azzerato i programmi economici e sociali di quasi tutti i Paesi. Ora, a distanza di un anno, non abbiamo le idee più chiare. La paura ci ha portato a pensare che il mondo sia un luogo ostile e pericoloso. Forse riusciamo a gestire meglio l’emergenza sanitaria, ma tutto il resto: economia, socialità, educazione, lavoro… tutto è ancora più fragile ed esposto a tanti interrogativi”. Poi la domanda: “Ma cosa dice tutto questo alla nostra fede?”. “Fede e vita – ha spiegato Pizzaballa – si devono parlare a vicenda. La fede è anche un modo particolare di accogliere la vita. La nostra relazione principale, quella con il Signore, può e deve illuminare la nostra esperienza e aiutarci a comprendere i segni dei tempi”.

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