Papa Francesco: “Candor lucis aeternae”, “non ci si salva da soli”, l’importanza delle “figure femminili” in Dante

“Non ci si salva da soli”. È uno dei messaggi della Commedia, citati dal Papa nella lettera apostolica “Candor lucis aeternae”, a proposito dell’importanza delle figure femminile nell’itinerario dantesco. “È necessario che il cammino si faccia in compagnia di chi può sostenerci e guidarci con saggezza e prudenza”, spiega Francesco, secondo il quale “appare significativa in questo contesto la presenza femminile. All’inizio del faticoso itinerario, Virgilio, la prima guida, conforta e incoraggia Dante a proseguire perché tre donne intercedono per lui e lo guideranno: Maria, la Madre di Dio, figura della carità; Beatrice, simbolo di speranza; Santa Lucia, immagine della fede”. “Dante riconosce che solo chi è mosso dall’amore può davvero sostenerci nel cammino e portarci alla salvezza, al rinnovamento di vita e quindi alla felicità”, commenta il Papa, che si sofferma anche sulle analogie tra Dante e San Francesco, illustrato nel Canto XI del Paradiso. “C’è una profonda sintonia tra San Francesco e Dante”, la tesi del Santo Padre: “Il primo, insieme ai suoi, uscì dal chiostro, andò tra la gente, per le vie di borghi e città, predicando al popolo, fermandosi nelle case; il secondo fece la scelta, incomprensibile all’epoca, di usare per il grande poema dell’aldilà la lingua di tutti e popolando il suo racconto di personaggi noti e meno noti, ma del tutto uguali in dignità ai potenti della terra”.

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