Chiesa: p. Occhetta, “Sinodo occasione per arginare quelle differenze che diventano divisive”

“Non basta far passare questo tempo difficile, vaccinarci e ritornare a quello che si faceva prima, sarebbe come nuotare contro corrente verso una riva che è stata lasciata per sempre. La sfida, invece, è come arrivare e abitare la nuova riva”. Lo scrive il gesuita padre Francesco Occhetta, nel numero di aprile di Vita pastorale, anticipato al Sir. “Forse nemmeno un Sinodo può bastare, ma sarà l’occasione per rispondere alle domande che riguardano la trasmissione della fede della generazione Covid – osserva il gesuita – che vive di tecnologia e nuove credenze; ma anche l’individualismo e le paure sociali, la crisi delle parole e dei gesti liturgici; lo svuotamento delle parrocchie e la solitudine dei sacerdoti; la poca responsabilità del laicato e le divisioni nelle comunità che frenano il cambiamento”.
La riflessione del docente alla Gregoriana continua sul piano spirituale: “davanti a un Sinodo occorre scegliere tra ‘la logica della divisione’ e ‘il principio di speranza’ di cui parlava Ernest Bloch. Il ‘tempo fragile’ che viviamo chiede di arginare quelle differenze che diventano divisive”. Consapevole che “l’individualismo ecclesiale genera inimicizie, discordia, gelosia, divisioni, fazioni, invidie”, Occhetta evidenzia che, “al contrario, il principio di speranza si fonda sull’unità e la stima, la fiducia e la responsabilità, sull’intelligenza e il buon senso”. “Non basta proporre un Sinodo quando non si testimonia la sinodalità con gesti e fatti concreti. Il ‘fuoco’ di un processo sinodale sono il bene fiducia e il verbo amare che si dà nel rapporto tra la fede e giustizia”.

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