Papa Francesco: “l’aria che respiriamo è piena di sostanze tossiche e povera di solidarietà”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Le religioni, coltivando un atteggiamento contemplativo e non predatorio, sono chiamate a porsi in ascolto dei gemiti della madre terra, che subisce violenza”. E’ l’ultimo imperativo del discorso rivolto dal Papa, dal Colosseo, ai leader religiosi che partecipano all’incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, ai quali ha affidato “il sogno della terra futura”: “l’impegno per la cura del creato, per la casa comune che lasceremo ai giovani”. “Il caro fratello, il Patriarca Bartolomeo, qui presente, ci ha aiutato a maturare la consapevolezza che un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio”, l’omaggio del Papa: “Ribadisco quanto la pandemia ci ha mostrato, ovvero che non possiamo restare sempre sani in un mondo malato”. “Negli ultimi tempi tanti si sono malati di dimenticanza, dimenticanza di Dio e dei fratelli”, la denuncia di Francesco: “Ciò ha portato a una corsa sfrenata all’autosufficienza individuale, deragliata in un’avidità insaziabile, di cui la terra che calpestiamo porta le cicatrici, mentre l’aria che respiriamo è piena di sostanze tossiche e povera di solidarietà. Abbiamo così riversato sul creato l’inquinamento del nostro cuore”. “In questo clima deteriorato, consola pensare che le medesime preoccupazioni e lo stesso impegno stiano maturando e diventando patrimonio comune di tante religioni”, ha osservato il Papa, secondo il quale “la preghiera e l’azione possono riorientare il corso della storia. Coraggio! Abbiamo davanti agli occhi una visione, che è la stessa di tanti giovani e uomini di buona volontà: la terra come casa comune, abitata da popoli fratelli. Sì, sogniamo religioni sorelle e popoli fratelli! Religioni sorelle, che aiutino popoli a essere fratelli in pace, custodi riconciliati della casa comune del creato”.

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