Colombia: il 10 ottobre il primo caso di eutanasia attiva. L’appello della Chiesa, “la morte non può essere risposta terapeutica”

Martha Liria Sepúlveda, cinquantunenne di Medellín affetta da sclerosi laterale amiotrofica, sarà la prima persona in Colombia sulla quale verrà applicata l’eutanasia attiva il prossimo 10 ottobre, su sua richiesta. La Conferenza episcopale colombiana, attraverso una nota firmata da mons. Francisco Antonio Ceballos Escobar, vescovo di Riohacha e presidente della Commissione episcopale per la promozione e la difesa della vita, ha inviato un messaggio alla donna, per chiederle di riflettere sulla decisione e ricordarle che Dio è sempre con noi, in ogni momento della vita.
“Martha, ti invito a riflettere con calma sulla tua decisione; si spera, se le circostanze lo permetteranno, lontano dai riflettori dei media, che non hanno esitato ad appropriarsi del tuo dolore e quello della tua famiglia, per portare avanti una sorta di propaganda dell’eutanasia, in un Paese profondamente segnato dalla violenza”.
Il vescovo fa notare che, alla luce delle convinzioni cristiane, “la morte non può essere in nessun caso la risposta terapeutica al dolore e alla sofferenza. La morte causata dal suicidio assistito o dall’eutanasia non è compatibile con la nostra interpretazione della dignità di vita umana, contrariamente all’uso delle cure palliative”.
Infine, mons. Ceballos esorta tutti i cattolici a unirsi in preghiera per Martha, suo figlio, i suoi familiari e i professionisti che le sono vicini nella decisione da prendere. Inoltre, la invita a unirsi virtualmente all’Eucaristia che offrirà sabato prossimo, 9 ottobre, alle 8.30 del mattino, dalla cattedrale di Riohacha e che sarà trasmessa dai profili social della Conferenza episcopale.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia