Incontro Sant’Egidio: appello di Karekin II per la liberazione di tutti i prigionieri della guerra in Artsakh, “tragedie del genere non si ripetano mai più”

“L’aggressione contro il nostro popolo dell’Artsakh da parte dell’Azerbaijan e tutti crimini contro altre nazioni devono essere fermamente condannati da tutta la comunità internazionale in modo che tragedie del genere non si ripetano mai più”. A portare la voce di dolore, morte e distruzione del popolo del Nagorno-Karabakh all’Incontro internazionale per la pace della Comunità di Sant’Egidio è stato Karekin II, supremo patriarca e “Catholicos” di tutti gli Armeni, intervenendo questa mattina a Roma al Forum intitolato “Ritrovare il noi”. Karekin II ha incontrato ieri Papa Francesco in Vaticano e “durante la conversazione – si legge in un comunicato diffuso dalla Chiesa armena – Sua Santità ha toccato le conseguenze catastrofiche della guerra di 44 giorni, le attuali sfide che l’Armenia deve affrontare”, “sottolineando in particolare la questione del ritorno dei prigionieri di guerra e di quelli tenuti prigionieri nel dopoguerra”. Questa mattina, intervenendo all’Incontro della Sant’Egidio, il Catholicos ha riparlato del popolo dell’Artsakh. “Lo scorso anno – ha detto -, il nostro popolo e il nostro Paese si sono trovati di fronte ad una sfida quando di nuovo l’Azerbaijan ha scatenato una guerra contro la Repubblica di Artsakh, con il sostegno della Turchia e di gruppi terroristici. Durante questa guerra, durata 44 giorni, sono state utilizzate armi proibite anche contro la popolazione civile. Le vittime sono state migliaia, migliaia i feriti e le persone rese disabili. Decine di migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case. Sono state distrutte testimonianze storiche, monumenti, monasteri, chiese. E questo è continuato anche durante il periodo che è seguito a questa guerra. Molti sono diventati prigionieri di guerra. Tra questi, civili innocenti che continuano ad essere esposti a umiliazioni, torture indescrivibili, nonostante gli appelli da parte della comunità internazionale e di organizzazioni religiose e internazionali perché vengano liberati”. “Vogliamo ricordare che la guerra ha portato una tragedia non solo per il nostro popolo ma anche per l’Azerbaijan dove sono state registrate molte vittime. Questa guerra sanguinosa è stata fermata grazie allo sforzo compiuto dal presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Crediamo che attraverso la missione della mediazione del gruppo di Minsk dell’Osce sia possibile trovare una soluzione”. “Abbiamo bisogno di impegnarci insieme per migliorare la nostra casa comune, questa nostra terra, affinché possa regnare la pace”. “Le vie della pace – ha quindi concluso il Catholicos – non sono facili da percorrere ma è possibile farlo, se c’è la volontà di servire il bene pubblico”.

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