Misericordie d’Italia: Ambasciata Italia presso Santa Sede, 8 secoli di storia a sostegno del prossimo

“Un mondo di donne e di uomini che si sono messi ancora di più a servizio della persona in un momento così difficile. Il nostro obiettivo è proprio questo: rimettere la persona al centro seguendo la strada che il Vangelo ci suggerisce”. Con queste parole il presidente delle Misericordie, Domenico Giani, ha presentato la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia ospite questa mattina, a Roma, dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per l’evento “800 anni di carità: dalla peste al Covid-19. La storia del movimento delle Misericordie”. Otto secoli di storia, 700 sedi diffuse in tutta Italia (e numerose altre nel mondo), 670.000 iscritti, oltre 100.000 volontari attivi: questi sono i numeri delle Misericordie Italiane, che ogni giorno “con dedizione e spirito di carità aiutano il prossimo”. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, Laura Rossi della Misericordia di Firenze, la prima nata nel 1244, Gianni Letta e il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. “In Toscana abbiamo fatto 5 milioni e 700 mila vaccini con 90 hub aperti – ha affermato il presidente della Regione Toscana – non li avremmo potuti tenere aperti senza i volontari delle nostre Misericordie che in modo efficiente hanno collaborato all’organizzazione del sistema vaccinale. In Toscana abbiamo 400 sedi di Misericordia che non sono un luogo dove c’è l’ambulanza, ma dove vi sono studi medici, protezione civile, si organizzano residenze sanitarie e molto altro”. Il ministro Speranza ha ringraziato le Misericordie per “il servizio instancabile che porta valori che sono solo del passato, ma anche del futuro”. Per Speranza i valori della Misericordia “sono essenziali per portare avanti un nuovo umanesimo, che viene da lontano e che riprende anche quando detto dalla costituzione in particolare dell’articolo 32 che parla del servizio sanitario nazionale come diritto irrinunciabile”. “È significativo il fatto che fin dai primi tempi i confratelli della Misericordia si pensino generati da un’azione in cui la difesa della fede si connette alla promozione della carità – ha ricordato il card. Betori –. L’opera di carità che la Misericordia promuove alle sue origini si concentra sul valore del corpo: da curare, se malato; da preservare nella dignità della sepoltura, se morto. Il gesto stesso della carità deve essere consapevolmente vissuto come un primo annuncio del Vangelo, come un contributo non secondario all’opera di evangelizzazione che i nostri tempi esigono, caratteristica di una Chiesa in uscita, come ama dire il Papa. E di un Vangelo che non trasmette una fede generica, ma la fede nel Dio incarnato. L’esercizio della Misericordia invita a vedere nel volto del fratello il volto stesso di Cristo, da soccorrere e servire”.

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