Diocesi: Reggio Emilia, domani esposizione straordinaria del Liber figurarum

Il Liber figurarum, un rarissimo codice miniato medievale, sarà protagonista assoluto al Museo diocesano di Reggio Emilia domani, venerdì 22 ottobre, dalle 9.30 alle 19, in via Vittorio Veneto 6. L’esposizione straordinaria al pubblico è promossa dall’Ufficio per i beni culturali della diocesi e dall’Associazione Città di Reggio. L’ingresso e le visite guidate sono gratuiti. Il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Massimo Camisasca, sarà presente e disponibile ad alcune domande sull’abate Gioacchino da Fiore.
“C’è chi crede che la storia umana sia percorsa da simmetrie ricorrenti, personalità e circostanze che si ripresentano nei secoli – si legge su La Libertà, il settimanale cattolico reggiano –; il Liber figurarum ha la pretesa coraggiosa (e oltraggiosa) di fissarle sulla carta, varcando con l’inchiostro e un pensiero tanto originale quanto profondo la precarietà e i dolori di un’epoca per noi lontana, nel tentativo di intravedere l’eterno e il rinnovamento finale dell’umanità”.
Dante lo tenne presente nello scrivere la Divina Commedia e cita nel Paradiso il suo autore come “il calavrese abate Gioacchino / di spirito profetico dotato”; Michelangelo si rifece alle stesse geometrie nell’affrescare la Cappella Sistina e Cristoforo Colombo lo ricorda nei suoi diari. Innumerevoli altri artisti, scultori e pensatori ne furono e sono tuttora influenzati.
“Il Liber figurarum – prosegue La Libertà – è la summa illustrata del pensiero di Gioacchino da Fiore, un teologo del dodicesimo secolo di enorme importanza nel pensiero occidentale. Convinto che la storia umana si potesse dividere in tre ‘regni’ corrispondenti alle tre Persone della Trinità, tramite immagini enigmatiche e complesse tentò di intravedere i contorni della terza era, da lui ritenuta imminente, che avrebbe purificato l’umanità e portato termine a ogni dolore. La sua tensione profetica è ricca di sete di rinnovamento ed esercita un fascino immutato attraverso i secoli”.
Questo codice, una delle tre copie esistenti al mondo (le altre sono a Oxford e Dresda), “è una delle più belle e importanti raccolte della teologia medievale. Le immagini (figurae) furono disegnate da Gioacchino in tempi diversi e poi radunate nel Liber a cui diedero il nome”.

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