Primo maggio: mons. Bregantini (Campobasso), “non sarà il virus a comandare, ma la nostra solidarietà detterà il passo della speranza”

“Nessuno deve perdere il lavoro, a causa del coronavirus. Questo è il grido che nasce dal cuore di tutti noi e che la Chiesa di Campobasso-Bojano, sulla scia del messaggio della Cei, ripete con forza in occasione della festa del Primo maggio 2020, in tempo di pandemia. Davanti alle tante vittime della pandemia, dobbiamo impegnarci tutti, come forze sul territorio, a difendere le nostre famiglie e tutto il mondo della produzione, dal dramma chiusura”. Lo si legge in un messaggio di mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso, e della pastorale del lavoro diocesana, in vista della festa del Primo maggio. “Dobbiamo essere tutti uniti. Molto più uniti e compatti. Così non sarà il virus a comandare, ma sarà la nostra solidarietà, dentro processi di progettualità di rilancio, a dettare il passo della speranza”. “Quest’anno la festa del Primo maggio sarà molto diversa, ad ogni livello. Sarà la festa dello stare accanto a tutti i lavoratori. Facendo nostre le loro lacrime, davanti alla paura del domani. Ma la nostra vicinanza deve essere fattiva, concreta, non di sole promesse”. Ancora: “Bisogna trovare perciò strade che tengano in equilibrio la salute e i posti di lavoro. Di pari dignità e di pari valore. In particolare, oggi, guardiamo con amore grande a tre realtà, con tre obiettivi precisi: esprimere partecipazione e prossimità a chi ha perso il lavoro; liberare chi vive nel lavoro nero e precario; rimotivare chi sta già preparandosi a tornare al suo lavoro”.

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