Coronavirus Covid-19: “Il Nuovo Amico” (Pesaro, Fano e Urbino), la prima pagina di domenica 3 maggio fa memoria dei morti, nomi non numeri

La prima pagina del “Nuovo Amico” (Pesaro, Fano e Urbino) di domenica 3 maggio fa memoria degli oltre 400 morti di Pesaro. I loro nomi scritti in neretto disegnano un unico volto stilizzato perché non si dimentichi che a contare non sono solo i numeri e le statistiche. “In questa emergenza sanitaria – scrive nell’editoriale il direttore, Roberto Mazzoli – i numeri stanno giocando un ruolo fondamentale nell’informazione. Si calcolano i malati, i guariti e i deceduti. Dall’inizio dell’epidemia al 22 aprile sono morte 424 persone nel solo comune di Pesaro, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso le morti erano state 177 (fonte Aspes). Un dato quasi triplicato. Scorrendo poi l’annuario statistico comunale del 2019 balzano all’occhio gli 859 decessi complessivi. Ciò significa che in meno di due mesi Pesaro ha avuto la metà dei lutti di un anno intero”. Esiste, prosegue, “anche una graduatoria sulle vittime da coronavirus negli ospedali: Pesaro (236), Urbino (93), Senigallia (74), Civitanova (72), Ancona (Inrca 64), Torrette (61), Jesi (58), Camerino (37), Fano (11), etc… Più della metà di tutte le persone decedute nelle Marche provenivano dal nostro territorio e Pesaro piange un morto ogni cinque contagiati”. Ci sono poi da aggiungere “i decessi nelle abitazioni spesso senza tampone, che evidenziano il collasso del nostro sistema sanitario”.
Ma, avverte Mazzoli, “coperto dalle cifre rischiamo di non vedere più il volto di chi è scomparso senza neppure il conforto di un familiare o di un funerale. È necessario far memoria di queste persone, la maggior parte delle quali ha lottato contro il virus, mentre altre ne hanno pagato indirettamente le conseguenze. Ecco il senso di questa prima pagina dove compaiono solo i nomi veri degli oltre 400 defunti di Pesaro ma per scelta e rispetto senza cognome”. In questa statistica, conclude, “ciò che conta non è il numero. Noi che li abbiamo conosciuti e amati continueremo a chiamarli per nome: Anna, Andrea, Raffaella, Carlo, Graziano…”.

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