Messa crismale: mons. Castellucci (Carpi e Modena-Nonantola), “un diacono, un prete o un vescovo tristi danno una contro-testimonianza”

(Foto diocesi di Carpi)

Grande partecipazione, ieri sera, alla Messa crismale nella cattedrale di Carpi presieduta dal vescovo Erio Castellucci e concelebrata da circa 200 sacerdoti delle diocesi di Carpi e di Modena-Nonantola, fra cui i vicari generali, mons. Gildo Manicardi e mons. Giuliano Gazzetti, e mons. Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro. I canti sono stati eseguiti dalle Corali riunite di Carpi e di Mirandola e si è offerto ai fedeli non udenti il servizio di traduzione in Lis (lingua dei segni italiana).
Una liturgia “storica”, come l’ha definita mons. Manicardi, nel suo saluto all’inizio, perché ha reso manifesta la comunione delle due Chiese intorno al proprio vescovo, il quale ha benedetto gli oli santi – il crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi – che saranno utilizzati per amministrare i sacramenti.

(Foto diocesi di Carpi)

“La liturgia crismale – ha affermato mons. Castellucci nell’omelia – mette al centro il simbolo dell’olio, per ricordarci la fondamentale dignità del sacerdozio battesimale, con il quale siamo entrati nell’unico ed eterno Sacerdozio di Cristo; e per rammentarci la ministerialità del sacramento dell’Ordine, con il quale alcuni di noi – diaconi, presbiteri e vescovi – sono entrati nel servizio di Gesù al suo popolo. ‘Ministro’ proviene da ‘minus’: chi riceve l’unzione dell’Ordine non diventa ‘più’ degli altri battezzati, ma accetta anzi di diventare ‘meno’, mettendosi ai piedi dei fratelli e delle sorelle, per dedicarsi stabilmente alla crescita del regno di Dio”. Proprio ai ministri il vescovo ha poi rivolto l’esortazione a nutrire gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, citando la lettera di San Paolo Apostoli ai Filippesi: “Se coltiviamo questi sentimenti, che per Paolo non sono emozioni ma atteggiamenti, la nostra unzione non è solo efficace ma è gioiosa; se coltiviamo invece dei risentimenti, la nostra unzione diventa triste. Un diacono, un prete o un vescovo tristi danno una contro-testimonianza che non pareggia nemmeno le prediche più belle, i riti più curati o le iniziative meglio organizzate”. Le Scritture non nascondono i sentimenti di Cristo, ha sottolineato: la compassione verso peccatori, poveri, sofferenti e malati; la misericordia, che arriva al perdono di chi lo ha offeso e accusato; l’umiltà, che si traduce anche in mitezza. “Il nostro ministero è un grande dono, se vissuto con gioia, entrando nei sentimenti di Gesù – ha concluso -. Allora è un ministero ‘giubilare’, che porta l’annuncio dell’anno di grazia del Signore ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi e agli oppressi”.
All’inizio della Messa si sono ricordati i sacerdoti di entrambe le diocesi dei quali nel 2025 ricorrono particolari anniversari di ordinazione.
La Messa crismale è stata preceduta, sempre in cattedrale, dalla meditazione proposta dal vescovo Castellucci ai sacerdoti e ai diaconi delle due diocesi, dal titolo “La solitudine del crocifisso”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi