Ucraina: mons. Szyrokoradiuk (Odessa-Kherson) su catastrofe diga, “la Russia ci vuole distruggere, vuole che l’Ucraina non esista più”

Ucraina - villaggi inondati nella regione di Kherson (Foto Caritas-Spes)

“Stiamo facendo tutto il nostro possibile per aiutare e soccorrere le persone ma forse questa è la catastrofe più grande che abbiamo vissuto fino ad oggi. Colpire la diga è un atto che può compiere solo il diavolo, non l’uomo. È l’esito drammatico di un piano diabolico che vuole colpire e distruggere il nostro Paese. Stanno agendo in modo che l’Ucraina non possa più esistere. È una guerra terribile e l’unica via possibile ora è liberare tutto il nostro territorio”. È la testimonianza al Sir di mons. Stanislav Szyrokoradiuk, vescovo della diocesi cattolica di Odessa-Simferopol, sotto la cui giurisdizione cade la città di Kherson, inondata su entrambe le sponde del fiume Dnipro dopo che la diga Nova Kakhovka è stata fatta saltare in aria. “Tantissime, tantissime persone sono state purtroppo colpite”, racconta il vescovo. “L’acqua nei villaggi continua a salire. Da questo territorio più di 2.000 persone sono state evacuate ma si contano almeno 20mila case private sommerse dall’acqua. La situazione è terribile ed è difficile al momento prevedere le conseguenze economiche ed ecologiche della tragedia. La chiesa locale sta cercando di aiutare. A Mykolaiv, città a 60 chilometri da Kherson, è stato già allestito un centro per accogliere le persone più vulnerabili, malati e anziani, che sono stati colpiti dall’acqua e che hanno perso la casa. Adesso stiamo capendo anche come accogliere ad Odessa le persone che stanno arrivando”. Della diocesi di Odessa, fa parte anche la Crimea. “Abbiamo a Simferopol un vescovo ausiliare, ci sono tante parrocchie”, fa sapere mons. Szyrokoradiuk. “Non mi giungono ancora notizie di problemi. L’acqua arriva a sufficienza ancora per vivere. Solo più tardi probabilmente ci sarà carenza acqua e per questo i cittadini sono preoccupati”. Di cosa avete bisogno? “Abbiamo bisogno soprattutto della preghiera che è molto importante per noi”, risponde il vescovo francescano. “E poi abbiamo bisogno di aiuti materiali, per poter accogliere queste persone. E di cibo e vestiti perché le persone che hanno dovuto lasciare le loro case, hanno perso tutto”. Il pensiero va poi alla missione vaticana di pace e a questo riguardo, mons. Szyrokoradiuk commenta: “speriamo ma la speranza è molto poca. Non è possibile con la Russia e con Putin parlare di pace, solo la preghiera ci salverà. Sappiamo che tantissime persone stanno pregando per noi e noi preghiamo per il nostro popolo. Preghiamo soprattutto di non perdere la speranza”. Il vescovo racconta infine di essere andato a Kherson domenica scorsa. “Kherson era già un città martoriata “, dice. “Come a Bucha, sono stati ritrovati in città 17 posti dove hanno torturato tantissimi nostri martiri”.

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