Omotransbifobia: mons. Checchinato (Cosenza), “chiamati ad accoglierci perché siamo tutti figli di Dio, senza ulteriori qualifiche”

“Prenderci cura gli uni degli altri senza limiti, senza limitazioni e giudizi”. È l’esortazione di mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, nel corso della veglia per il superamento dell’omotransbifobia, tenutasi nella chiesa del Sacro cuore di Gesù e della Madonna di Loreto, a Cosenza. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione tra “La Tenda di Gionata”, il gruppo locale lgbtq+ e la diocesi bruzia. “Una parola che mi ha colpito questa sera è l’invito che si trova all’inizio del quarto capitolo della lettera agli Efesini, dove Paolo, in maniera pratica, ci dice cosa dovremmo imparare a fare dopo aver scoperto chi è Dio”, ha detto il presule bruzio. Una delle cose che dice è “sopportandovi a vicenda”. Per mons. Checchinato “è una parola bellissima perché sopportarci significa portare sulle proprie spalle, e così ci invita a imparare a portarci l’uno sulle spalle dell’altro”. “È bello essere disponibili a portare sulle nostre spalle qualcuno”. Da qui l’esortazione dell’arcivescovo. “Siamo chiamati ad accoglierci perché siamo tutti figlie e figli di Dio Padre, senza ulteriori qualifiche, perché quando poniamo delle distanze tra di noi è perché abbiamo dimenticato questa grande verità”. Infatti “il nostro è un Dio folle d’amore che ha scelto di entrare in questa storia, nella nostra storia così paradossale e complessa e che noi vorremmo chiudere nella cornice che ci piace di più. Invece siamo chiamati ad andare verso una verità più grande”.

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