“Rapporto sulla città”: Milano, contraddizioni, promesse e futuro della metropoli lombarda

Il Rapporto sulla città di Milano, per l’anno 2022, presentato oggi alla Fondazione Ambrosianeum, “esce in un momento molto delicato per Milano, dopo due anni di pandemia, con un conflitto bellico alle porte di casa, di fronte a una città che sta ripartendo e registra segnali positivi ma che sta anche vedendo crescere i conflitti sociali e le disuguaglianze”. Un momento di transizione “che interpella la politica, le istituzioni locali, la società civile, il mondo dell’economia, la Chiesa, la cittadinanza intera. Per questa ragione – si legge nella prefazione al volume – abbiamo voluto non lasciare scorrere questo tempo prezioso e incerto senza fissare i sentimenti e i pensieri che suscita in noi, le nostre esperienze, a partire da punti di osservazione molto diversi: la salute, il lavoro, le povertà, i giovani, gli spazi urbani, la comunicazione, il sentimento religioso, il rapporto con i padri fondatori, il disagio collettivo, l’economia”.
Il Rapporto 2022 “è dunque molto diverso dai precedenti”. È un “Rapporto-in house”, a firma dei componenti del Consiglio direttivo e del Comitato sostenitori della Fondazione Ambrosianeum. “Una lettura corale, ma che – secondo i firmatari – resta plurale, cioè capace di far emergere le singole prospettive, per far sentire la voce, o meglio le voci dell’Ambrosianeum”.
Ne emerge “la Milano che siamo, la Milano che sogniamo”, un “diario intimo collettivo” che “racconta come siamo cambiati noi e la città; ognuno dalla propria prospettiva, professionale anzitutto, ma anche personale, guardando avanti, alla città che vorremmo essere”. A ciascun autore è stato chiesto di costruire il proprio contributo mettendo in evidenza da quale punto di vista, da quale “posizione” osserva la città, la vive, costruisce un legame. “A partire da questo punto di vista situato, quali sono i recenti cambiamenti di Milano che meritano di essere colti e compresi? Quali andrebbero sostenuti? Quali innescati? Quali sorvegliati con maggior prudenza e partecipazione? E come questi cambiamenti hanno inciso e incidono sul proprio legame con la città? Come si ritiene che abbiano inciso e incidano sul rapporto tra i cittadini e Milano?”. Il risultato è una narrazione che fluisce, tra passato, presente e futuro, mescolando registri e linguaggi diversi, alternando ricordi personali a riflessioni di ampio respiro.
Disuguaglianze e marginalità, disoccupazione, crisi economica ed educativa, vivibilità degli spazi urbani, sostenibilità integrale dello sviluppo “sono in cima alle preoccupazioni, così come lo sguardo lucido sulle contraddizioni di Milano, sulle promesse disattese e insieme sulle reali prospettive di realizzazione di progetti individuali e collettivi. Al tempo stesso non mancano le proposte, i suggerimenti, le vie da aprire per non restare fermi al lamento o alla giusta denuncia, ma per far leva sui punti di forza della città, sulle risorse del fare ambrosiano che resta il tratto principale del suo Dna. Un fare che è pensare e operare insieme”.

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