Don Peppe Diana: studenti a Mattarella, “tre scelte condivise ci fanno da bandiera: ‘Scegli la vita, ama la tua terra, prenditi cura di ciò che vale’”

(Foto: diocesi di Aversa)

“Tre scelte condivise ci fanno da bandiera: ‘Scegli la vita, ama la tua terra, prenditi cura di ciò che vale’. Tutti hanno accolto, con piena convinzione, la nostra proposta e, insieme, dalla lettera del 1991 ‘Per amore del mio popolo non tacerò’, scaturisce l’impegno, che sintetizziamo con le parole del nostro vescovo (mons. Angelo Spinillo, ndr): crescere come ‘sentinelle e profeti’. Sentinelle che ‘vigilano’ sulla comunità e profeti che ‘denunciano’ il male intorno a sé e ‘annunciano’ la possibilità di un futuro diverso, in cui sia la vita, e non la morte, a far valere le sue ragioni”. È un passaggio della lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal Parlamento studentesco dell’Istituto comprensivo don Diana di Casal di Principe, scuola-polo del cammino di comunità “A piccoli passi” per la memoria di don Peppe Diana. La lettera gli sarà consegnata domani, 21 marzo, nel corso della sua visita a Casal di Principe.
Dalla lettera del 1991 “Per amore del mio popolo non tacerò “scaturisce, proseguono gli studenti, “l’impegno a essere comunità ‘in cui tutti contribuiscano alla libertà e alla dignità di ciascuno,’ come ci ha suggerito don Luigi Ciotti”.
I ragazzi poi rivolgono un invito direttamente a Mattarella: “Nostro caro presidente, non rinunciare mai a fissare lo sguardo verso l’alto e a guardare lontano. Solo così puoi indicarci l’orizzonte per il nostro futuro. Non smettere di disturbare l’indolenza e la superficialità degli adulti, incapaci di corrispondere ai nostri bisogni. Noi ragazzi casalesi e della ‘Terra dei fuochi’ saremo con te, in testa al movimento di vita nuova che vogliamo suscitare. Lo faremo, dando fondo a tutte le nostre energie, come uomini, piccoli ma responsabili, che si sentono ‘chiamati a custodire la vita’”. E, aggiungono, “sappiamo che ci riusciremo solo se sapremo ‘fare memoria’, ritrovando e rigenerando le nostre radici. Facendo vivere ciò che è stato e ha proiettato luce sul nostro cammino”.
Gli studenti concludono: “Lo diciamo a te, nostro caro presidente, che sei, per noi, una delle vie per la memoria che fa luce. Tu conosci profondamente, ami e difendi la Costituzione repubblicana, la nostra più grande comune ricchezza, la nostra stella polare, per come si è generata e perché, proprio per questo ci fa… ‘sovrani, orgogliosi della loro terra e della loro storia’”.

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