Sinodo: Celam, si scrive il documento finale della fase continentale. Mons. Cabrejos, “strada senza ritorno”

(Foto: Celam)

Il gruppo di lavoro incaricato di redigere il documento finale della fase continentale del Sinodo in America Latina e Caraibi sta ultimando i propri lavori nella sede del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), a Bogotá. L’incontro, che si concluderà oggi, è iniziato venerdì con la lettura orante e il discernimento comune dei quattro documenti di sintesi emersi dalle sessioni plenarie delle Assemblee tenutesi nelle regioni dell’America Centrale e del Messico, dei Caraibi, dei Paesi bolivariani andini e di quelli del Cono Sud.
Vengono analizzati anche i tre documenti complementari prodotti dalle cosiddette realtà periferiche, che hanno seguito lo stesso processo delle Assemblee regionali, applicando il metodo della conversazione spirituale per raggiungere il loro obiettivo. Si tratta della pastorale dei popoli indigeni, della pastorale afro-garifuna e della pastorale dei popoli amazzonici, realizzate grazie alla collaborazione della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) e della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama).
Pur riconoscendo che il numero dei partecipanti non è stato elevato, il presidente del presidente del Celam, mons. Miguel Cabrejos, ha ricordato che c’è stata una promettente partecipazione dalle periferie geografiche ed esistenziali, citando la presenza di popoli indigeni, afro-discendenti e persone vulnerabili. Per quanto riguarda i giovani, ha sottolineato l’importanza del “Sinodo digitale”, con la partecipazione di due influencer in ogni regione, “in modo che possano spiegare in cosa consiste il Sinodo digitale, come funziona, il fatto che crediamo sia una porta sul mondo, per i giovani”. Mons. Cabrejos sottolinea anche “il ruolo, delle donne e la loro partecipazione nella Chiesa, è stato un tema persistente. Ma non solo la partecipazione in senso generico, anche la partecipazione ai processi decisionali”.
“I partecipanti sono consapevoli che non si può tornare indietro nel cammino sinodale che è stato intrapreso”, insiste il presidente del Celam. Da qui, sottolinea, “si sta attuando, si sta accentuando un nuovo modo di essere Chiesa sinodale”, davvero fondamentale. Un processo che deve continuare a essere esteso, perché “non può essere considerato come un evento, come un qualcosa che è stato organizzato, è stato realizzato e muore, ci deve essere una continuità, la tenda deve essere estesa”.

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