Scuola infanzia: Fism, firmato il nuovo contratto collettivo nazionale

Si è concluso positivamente il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del personale addetto ai servizi all’infanzia e alle scuole dell’infanzia non statali, scaduto da ormai quattro anni. La novità riguarda docenti, educatori, impiegati amministrativi, ausiliari, ecc. – per la maggioranza donne – dipendenti delle circa novemila realtà educative aderenti alla Fism, la Federazione italiana scuole materne. Strutture non-profit, di ispirazione cristiana, in larga parte di dimensioni ridotte se considerate singolarmente, ma che insieme, in tutta Italia sono frequentate da quasi mezzo milione di bambini e danno lavoro oltre quarantamila dipendenti.
La firma è giunta nella tarda mattinata di oggi a Roma, nella Sala Apollo di Palazzo Pigna, dopo la consultazione dei lavoratori interessati che hanno approvato l’ipotesi di accordo recentemente siglato dalle delegazioni sindacali e dalla Fism, nonché ratificato dal Consiglio nazionale della stessa Federazione lo scorso 13 gennaio. A rappresentare la Fism, alla presenza del presidente nazionale Giampiero Redaelli, la delegazione presieduta da Cinzia Parimbelli, con Luca Iemmi, Claudio Gabusi e Mariolina Ronca.
Nella parte economica il contratto oggi sottoscritto prevede un incremento a regime attorno agli 80 euro lordi mensili ai docenti, importo riparametrato sugli stipendi dei livelli del personale (impiegati, ausiliari, ecc.). Inoltre alla retribuzione tabellare si aggiunge un salario di anzianità di euro 15 per quanti alla data dell’1 settembre 2023 abbiano maturato almeno due anni di servizio presso lo stesso ente. Quanto alla parte normativa, il nuovo contratto – esito di un restyling generale – risulta completamente aggiornato quanto al recepimento della legislazione sul lavoro e per la prima volta, altro elemento di novità, introduce strumenti di welfare aziendale nelle paritarie per l’infanzia. Contestualmente alla sottoscrizione del contratto si apre inoltre anche per la Fism l’opzione di ingresso del Fondo “Espero”, ovvero il fondo di previdenza complementare già adottato nella scuola statale. Fra le altre novità da registrare anche una maggiore flessibilità in termini di orario.

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