Denatalità: card. Zuppi, “un problema che rischia di venire a noia perché se ne parla da 40 anni. Occorre darsi degli obiettivi”

“Ci sono dei discorsi che vengono a noia, le prediche quasi sempre. Il problema della natalità rischia di venire a noia perché sono quarant’anni che ne parliamo. Non è un oroscopo, sono dati, è così. Il vero problema sono le scelte. Non c’è altro da fare che darci un obiettivo. Quando si tocca il fondo, ci si rialza e credo che le pandemie ci dovrebbero porre davanti al fatto che meglio essere che avere”. Lo ha detto il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, durante l’evento organizzato da Farmindustria oggi a Roma, “Per una primavera demografica”. “Il gusto della vita è qualcosa che ci portiamo dentro – ha affermato il porporato –. Siamo una generazione che ha una sicurezza incredibile rispetto ai nostri nonni. Ma siamo più insicuri. Un eccesso di ricorso alla medicalizzazione ammala, l’abuso fa male. Il gusto è dire: qual è il mio benessere? È lì il nodo. Per tanto tempo abbiamo pensato che ‘il mio benessere è pensare a me’, ma il benessere c’è quando diamo agli altri”. “Dobbiamo convincere il presidente del Consiglio – ha proseguito – a mettere molte risorse sull’assegno unico e non con il contagocce. È importante ma non basta. Il gusto è qualcosa che va oltre. In Spagna, negli ultimi anni, il 60% del lavoro è a tempo indeterminato mentre da noi è precario”.

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