Colombia: conclusa la Settimana della pace. A Quibdó marcia guidata da mons. Barreto

(Foto: diocesi di Quibdó)

Si è appena conclusa in Colombia la Settimana della pace, in parte coincisa con la Giornata nazionale dei diritti umani del 9 settembre, in memoria di san Pedro Claver, il gesuita che lottò per la liberazione degli afrodiscendenti a Cartagena. Molte le iniziative promosse da organismi ecclesiali e della società civile, soprattutto nelle zone dove conflitto e la violenza sono molto forti, come nella zona del Pacifico e sud-occidentale. È il caso di Cali e di Quibdó, dove ieri il vescovo Juan Carlos Barreto ha guidato una marcia cittadina per la pace, denunciando l’insicurezza in cui vive la popolazione costantemente minacciata dai paramilitari dell’Agc e dai guerriglieri dell’Eln, e l’abbandono dello Stato, come emerso anche nella recente missione di pace interreligiosa, guidata dallo stesso Barreto tra le popolazioni maggiormente vittime della violenza.
“Questa Settimana della pace, pur con la limitazione della pandemia, ha coinvolto fedeli, laici delle comunità ecclesiali di base e difensori dei diritti umani – riferisce al Sir dal Bogotá Cristiano Morsolin – esperto di diritti umani –. Il Cinep dei gesuiti e varie ong hanno celebrato 9 settembre giornata nazionale dei diritti umani, un anno dopo la tragica morte di Javier Ordoñez, asfissiato dalla polizia nel commissariato del barrio Verbenal, luogo dove centinaia di manifestanti pacifici hanno realizzato una veglia di preghiera per chiedere giustizia e verità. Proprio in coincidenza con questa settimana della ministra delle Tecnologie, informazione e comunicazione, Karen Abudinen, legata alla famiglia-clan Char di Barranquilla, coinvolta in uno scandalo di corruzione per 70.000 milioni di pesos. A causa del dirottamento di risorse, sarebbe stato negato a un milione di bambini poveri delle zone rurali e contadine l’accesso a internet, impedendo il diritto all’educazione in tempo di pandemia”. Un fatto che ha attirato anche l’attenzione di Luis Padernera, presidente del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino di Ginevra, il quale, nonostante il ritardo dovuto alla pandemia, si propone di esaminare questi e altri recenti fatti accaduti nel Paese sudamericano.

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