Salute: Siprec, il 13 maggio la prima Giornata italiana per la prevenzione cardiovascolare. I pazienti con queste patologie i più colpiti dal Covid

I pazienti con patologie cardiovascolari sono quelli ad aver pagato il dazio più alto al Sars-CoV-2, soprattutto quelli con comorbidità come ipertensione, diabete, obesità, età avanzata. Nonostante la pandemia, persistono gravi emergenze sanitarie su cui è necessario porre attenzione. In particolare, emerge come prioritaria proprio la prevenzione cardiovascolare: un’esigenza primaria che ha spinto la Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec) a promuovere il 13 maggio la prima Giornata italiana per la prevenzione cardiovascolare, per accrescere la consapevolezza dell’incidenza delle malattie cardiovascolari nelle vite dei singoli e nell’intera comunità.
La Giornata proporrà un’informazione dinamica basata sulle tematiche più rilevanti per la prevenzione cardiovascolare: lo stile di vita, con tutte le sue implicazioni a livello di sport e alimentazione; i fattori di rischio; l’aderenza alle terapie; la lotta ai “nemici del cuore” (colesterolo, diabete, fumo, ipertensione, obesità, stress, età); le vaccinazioni; le innovazioni della telemedicina. Nel corso della Giornata ci saranno molteplici attività on line.
Il Covid-19 ha avuto un effetto aggravante sotto diversi aspetti. Anzitutto, i soggetti affetti da patologie cardiovascolari sono tra coloro che hanno sofferto le forme più severe della malattia; parallelamente, un’ampia maggioranza della popolazione ha rinunciato a esami, controlli, monitoraggi, lasciando che talvolta le proprie condizioni degenerassero.
“Il Covid ha effetti diretti sul sistema cardiovascolare – sottolinea Massimo Volpe, presidente della Siprec – Le alterazioni dell’endotelio, ossia il rivestimento delle pareti cardiovascolari, sono la causa delle trombosi che caratterizzano il Covid-19. In secondo luogo, sono proprio questi pazienti quelli ad aver pagato il dazio più alto al Sars-CoV-2, soprattutto quelli in età avanzata con comorbidità come ipertensione, diabete, obesità. A questo quadro clinico, si aggiunge il sensibile peggioramento delle attività di prevenzione, che a livello cardiovascolare dovrebbe essere un pilastro del Ssn, visto che permette di ridurre sia i decessi sia le ospedalizzazioni”.
In un lavoro pubblicato sullo “European Heart Journal” a maggio 2020, si evince una riduzione del 50% degli infarti in ospedale rispetto al corrispondente periodo del 2019, motivati solamente dal timore di recarsi nelle strutture. Inoltre, i fattori di rischio sono aumentati per gli stili di vita legati alle restrizioni: i continui lockdown hanno portato a un’alimentazione con un più elevato livello calorico, oltre che a una minore attività fisica. In aggiunta, spesso, sono anche state riprese cattive abitudini come il consumo di alcol o il fumo”.

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