Laudato si’: mons. Santoro (Cei), “in nome dell’ottimizzazione dei profitti s’ignora la difesa della vita e dell’ambiente”

“Sono l’arcivescovo di Taranto, condividiamo con la Terra dei fuochi la situazione drammatica che mette a repentaglio la vita, la salute, la dignità delle persone. In nome dell’ottimizzazione dei profitti e ignorando la difesa della vita e dell’ambiente”. Lo ha ricordato oggi mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, intervenendo, in collegamento, al convegno on line, “Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro”, promosso dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute, dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dagli Uffici nazionali per la pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro, dalla Caritas italiana, con il coordinamento delle diocesi campane. Mons. Santoro ha rinnovato “un appello alla politica per l’attuazione di provvedimenti che garantiscano una continuità delle bonifiche e la definitiva attuazione della decarbonizzazione dello stabilimento qui, a Taranto, in dialogo con le istituzioni locali e le forze vive del territorio. Non è possibile che a ogni cambio di Governo si ricominci daccapo. L’unica acciaieria a ciclo integrale alimentata dal carbone ancora in attività è quella di Taranto. Urgono scelte coraggiose che investano risorse sulla produzione a forno elettrico e, contemporaneamente, la sottoscrizione di un accordo di programma per garantire il risanamento ambientale e la forza lavoro eccedente affinché venga riqualificata perché nessun posto di lavoro sia perso. Questo a maggior ragione perché lo Stato, attraverso Invitalia, pagando 400 milioni di euro, è entrato direttamente nella gestione dell’acciaieria”. Per il presule, “è anche necessario sapere se e quanto i singoli inquinanti possano nuocere alla salute e all’ambiente”. In realtà, ha evidenziato, “servono risposte urgenti alle problematiche nella Terra dei Fuochi, come a Taranto, nel Centro Italia e nella Pianura Padana, mentre è grave che continui una sottovalutazione. Se non si cambia rotta i problemi saranno enormi nel 2050 e irrecuperabile nel 2100”.

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