Consiglio Ue: “necessaria risposta socio-economica alla pandemia”. 24 e 25 febbraio summit dei Ventisette

foto SIR/Marco Calvarese

“Una risposta socio-economica” alla crisi generata dalla pandemia, “incentrata sui diritti umani, consentirà una ripresa migliore e più sostenibile. La pandemia è anche un campanello d’allarme per la minaccia ancora maggiore del cambiamento climatico e del degrado ambientale”. È un passo del documento adottato dal Consiglio Ue in cui si mettono i paletti valoriali dello sforzo di ripresa a cui tutta l’Europa è chiamata. Partendo dal dato secondo cui la pandemia sta avendo sempre più un impatto negativo sui diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, compreso lo spazio civico; che la pandemia sta aggravando ulteriormente le disuguaglianze preesistenti e aumenta la pressione sulle persone in situazioni vulnerabili, l’Ue pone i diritti umani al centro del proprio sforzo socioeconomico per la ripresa, convinta che ciò “consentirà una ripresa migliore e più sostenibile”. Da qui l’impegno dei 27 “a garantire che la risposta al Covid tuteli la dignità ei diritti umani di tutti senza discriminazioni di alcun tipo”: nessuno lasciato indietro e nessun diritto umano ignorato, così come la democrazia e lo Stato di diritto. A guidare l’azione dell’Ue anche l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Altro elemento indispensabile per il futuro, e lezione appresa dal recente passato, l’importanza di “solidarietà globale e istituzioni multilaterali”. Il 25 e il 26 febbraio i membri del Consiglio europeo si riuniranno in videoconferenza “per discutere dell’attuale situazione della pandemia di Covid-19, della preparazione alle minacce per la salute, della sicurezza e della difesa e delle relazioni con il vicinato meridionale”.

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