Messico: incidente a migranti. Vescovi Guatemala, “profondamente commossi”. Vittime sono “persone spinte da mancanza di opportunità”

“Come pastori siamo profondamente commossi per il terribile incidente accaduto il 9 dicembre, a Corzo de Chiapas, in Messico, dove sono morti decine di fratelli migranti, e molti altri sono rimasti feriti. In grande maggioranza erano giovani. Sono persone che, spinti dalla mancanza di opportunità, si erano messi in viaggio verso il cosiddetto sogno americano”. Lo ha scritto la Conferenza episcopale guatemalteca (Ceg) in seguito all’incidente accaduto nel sud del Messico, dove un camion che li trasportava clandestinamente è uscito di strada nei pressi di Tuxtla Gutiérrez, capoluogo del Chiapas. Nell’incidente sono morte almeno 55 persone, in gran parte di nazionalità guatemalteca tra cui alcuni minori.
Continua la nota dei vescovi, firmata da firmata da mons. Gonzalo de Villa y Vásquez, arcivescovo di Città del Guatemala e presidente della Conferenza episcopale (Ceg), e mons. Antonio Calderón Cruz, vescovo di Jutiapa e segretario generale: “Consapevoli che tale incidente ha aggravato la precaria situazione nella quale si trovavano queste famiglie, vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a quelle più colpite e offriamo le nostre preghiere per il riposo eterno dei defunti e per il pronto recupero di coloro che sono stati feriti”.
Il messaggio esprime la convinzione che “situazioni di ingiustizia e povertà, corruzione e criminalità in varie Paesi, costringono le persone a migrare e a esporsi a situazioni come queste, mostrando come sempre più le politiche migratorie siano disumane”. In particolare, essendo gran parte delle vittime del Guatemala, “questo incidente evidenzia il nostro male e mostra la realtà rispetto alla quale tanti credono che solo migrando troveranno un orizzonte di vita degno”. Conclude la nota: “Chiediamo alle autorità governative che i familiari ricevano informazioni tempestive e accurate, che le persone ferite continuino a ricevere cure mediche adeguate, che sia assicurato un trattamento rispettoso alle vittime e un rimpatrio dignitoso dei defunti”.

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